BARI – Le ragazze di via Buozzi sono soprattutto romene. Il viaggio per raggiungere Bari glielo hanno pagato degli uomini, romeni come loro, che un bel giorno si sono presentati a casa promettendo un lavoro in Italia. A volte le hanno fatte innamorare, ci hanno vissuto insieme per un po’. Giunte a Bari le hanno sistemava in appartamenti adibiti proprio alla loro accoglienza. In una casa tra Carrassi e San Pasquale sono in cinque, a volte sei. I loro uomini le hanno costrette a «battere» e sono andati via. A gestirle ora ci sono dei baresi del San Paolo. Il contratto di locazione è intestata ad una di loro. Dietro però c’è sempre qualcuno che garantisce. Il proprietario di casa è quello che si dice un cittadino perbene. Riscuote le sue 600 euro alla fine del mese (anche prima) e fa finta di non sapere. A volte parte del pagamento avviene in nero. La reputazione è salva, il guadagno garantito.
Una parte della città si scopre complice di questo sfruttamento fornendo sostegno, accoglienza, accompagnamento, logistica. È cresciuto un indotto composto da appartamenti affittati con regolare contratto, casolari e cascinali trasformati in bordelli, attività di assistenza, previo compenso, servizi catering a domicilio, attività di accompagnamento, trasporto e accudimento sul territorio.
Quando le ragazze vengono portate sulle statali gli insospettabili proprietari dei terreni dove le ragazze si fermavano in attesa dei clienti, a quanto pare ricevevano una specie di indennizzo per l’occupazione del suolo.
La mala del San Paolo è entrata nel giro di via Buozzi e via Glomerelli, le periferie a luci rosse dove a badare alle necessità spicciole delle prostitute sulla strada vi sono «lavoratori di livello modesto», manodopera non specializzata né professionalmente catalogata composta da galoppini, garzoni collegati allo stesso gruppo criminale. In questa maniera trovano lavoro disoccupati senza prospettive a volte anziani con pensioni da fame.
Così la mercificazione dei corpi è alla fine un affare estremamente conveniente, una industria che ha creato un mercato del lavoro nero. Le prostitute sulla strada o in casa hanno bisogno di varia assistenza e così ecco saltare fuori insieme ai locatari anche i «badanti», nuova specie di «colf». Per un giorno di lavoro il guadagno assicurato a questi badanti variava tra i 30 ed i 40 euro e comprende principalmente servizio taxi e fornitura di vettovaglie. A Bari le romene hanno soppiantato le albanesi e affittano case anche nei quartieri migliori.
Leggi tutto l’articolo Prostituzione a Bari: così le «donne» di via Buozzi sono gestite dalla mala del San Paolo
www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-13 06:31:00 da
0 Comments