GROSSETO. La protesta degli agricoltori è arrivata nel capoluogo, intorno alle 14 di mercoledì 29 gennaio, con una lunga colonna di trattori, che durante il viaggio sull’Aurelia ha inevitabilmente creato code e rallentamenti.
C’erano fino a 10 km di coda sull’Aurelia, intorno all’ora di pranzo.
La colonna di mezzi, circa 50, una volta giunta in città ha fatto ingresso in piazza Barsanti.
Nell’occasione dell’arrivo della protesta Grosseto, una delegazione è stata ricevuta dal prefetto di Grosseto, Paola Berardino, alla quale sono state presentate le istanze e le problematiche che riguardano il comparto.
«A distanza di un anno , scendiamo nuovamente in piazza perché il governo non ha raccolto nessuna delle nostre istanze – commentano Luca Giacomelli e Salvatore Fais, promotori della mobilitazione- al contrario il governo si sta facendo promotore di iniziative che vanno nella direzione opposta, come il piano Mattei per L’Africa, vendendolo come un aiuto ai paesi meno sviluppati, ma causando così una concorrenza sleale sul costo della manodopera e quello di produzione, o il trattato di libero scambio tra Ue Mercosur».
«Siamo molto stanchi di tutto ciò, per questo la protesta sarà più dura e determinata, martedì 4 febbraio partiremo alla volta del porto di Civitavecchia, da li ci dirigeremo a Roma dove porteremo la nostra protesta, insieme agli agricoltori di Lombardi, Veneto ed Emilia-Romagna».
Gli agricoltori chiedono alle istituzioni la possibilità, con leggi e regolamenti, di trovare una soluzione per ottenere un prezzo equo per i loro prodotti, in funzione dei reali costi sostenuti, nonché di regolamentare, controllare e sanzionare, eventualmente, le pratiche sleali.
C’è poi il nodo burocratico « Chiediamo meno pratiche e buon senso – Proseguono gli agricoltori – ma al contrario gli adempimenti e i costi aggiuntivi Proseguono ad aumentare, come dimostra l’introduzione del quaderno di campagna elettronico. Inoltre, abbiamo chiesto la liberalizzazione totale dei centri di assistenza agricola scongiurando il monopolio degli stessi a favore delle associazioni di categoria. Anche su questo fronte, il Governo non ha dato risposta. Un’altra problematica su cui non abbiamo avuto riscontro, nessun risultato, nessuna idea di lavoro: nel 2026 è prevista la fine delle agevolazioni sul gasolio agricolo e non vorremmo trovarci con decisioni prese di fretta e male. Abbiamo chiesto qual è la strategia di uscita prevista ancora un anno fa».
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Anche il caseificio di Sorano sostiene la mobilitazione degli agricoltori.
«Siamo vicini agli agricoltori e allevatori che stanno manifestando in tutta Italia , in particolare, a quelli del nostro territorio- dichiara il presidente del Caseificio di Sorano Luciano Nucci- senza un intervento deciso da parte delle istituzioni, molte aziende rischiano di chiudere e con loro si perderebbero tradizioni, cultura e un intero tessuto economico che garantisce occupazione e sviluppo. Da oltre sessant’anni il caseificio di Sorano lavora a stretto contatto con gli allevatori del territorio, trasformando il loro latte in prodotti di qualità che rappresentano un’eccellenza locale. Oggi, più che mai, l’azienda riconosce l’importanza di sostenere chi opera nel settore primario, perché senza agricoltura e allevamento non può esistere alcuna filiera agroalimentare».
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www.maremmaoggi.net è stato pubblicato il 2025-01-29 17:50:17 da MaremmaOggi
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