JESI – Due rapine, una era aggravata, due tentativi di furto, il possesso ingiustificato di un coltello e le lesioni per aver picchiato due delle quattro vittime che in soli due mesi sono finite nel mirino di una banda di minorenni capitanata da un 20enne nato in Italia ma di origine tunisina. Il loro raggio di azione, tra febbraio e marzo scorsi, erano i giardini pubblici ma hanno colpito persone anche alla fermata del bus. Soldi e cellulari il loro bottino. Per il capobanda oggi è arrivata una condanna a tre anni e otto mesi di reclusione, in abbreviato, decisa dalla giudice Francesca De Palma. Il 20enne era difeso dall’avvocato Caterina Ficiarà e ha risarcito una delle vittime che si era costituita parte civile (la costituzione è stata poi ritirata). Il clima che più di un anno fa si era creato a Jesi stavano preoccupando i cittadini perché la baby gang colpiva in serie. Dopo una indagine condotta dai carabinieri del Norm e dai poliziotti del commissariato jesino il gruppetto è stato tutto identificato, ad aprile scorso, e denunciato: sette minorenni e il 20enne. Per il maggiorenne, visti i reati commessi, due rapine (una in concorso), due tentativi di furto e lesioni aggravate su due 20enni, la gip Sonia Piermartini aveva disposto per lui la misura cautelare dei domiciliari ma il giovane l’ha violata due volte. Una subito dopo che i carabinieri gli avevano notificato ed eseguito il provvedimento (ad aprile).
A casa c’era rimasto solo 5 minuti. Il giovane era uscito e il padre aveva dato l’allarme chiamando il 112. Le ricerche, durate fino a sera, avevano portato i carabinieri a rintracciarlo in zona dei giardini e ad arrestarlo per evasione. Rimesso ai domiciliari era evaso di nuovo andando fino a Milano. La misura cautelare si era dunque aggravata ed era stato messo in carcere, a Montacuto, dove è ancora recluso. La prima rapina risale al 17 febbraio scorso, ai danni di un 60enne, alla fermata del bus, insieme ad un complice rimasto ignoto. L’uomo era stato bloccato e gli avevano strappato via il portafoglio con dentro 2.200 euro. La seconda rapina c’era stata il 28 marzo scorso, in via Ancona, in solitaria, armato di coltello da cucina che aveva puntato addossi ad un 20enne che aveva avvicinato mentre camminava a piedi con un amico. Lo avrebbe sbattuto al muro e gli avrebbe portato via il cellulare con 20 euro custoditi dentro la cover del telefonino. All’amico della vittima aveva provato a derubarlo mettendo una mano nella tasca del giubbetto ma il malcapitato era riuscito a fuggire. Il 29 marzo scorso, in compagnia di sette minorenni, avrebbe prima aggredito due 20enni, ai giardini pubblici, prendendoli a pugni, lanciando loro una bottiglia e spingendoli a terra, poi avrebbe cercato di derubarli ma i due erano riusciti a fuggire. i morti hanno sporto tutte denuncia ma solo il 60enne si era costituito inizialmente parte civile con l’avvocato Andrea Nocchi.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-01-13 20:18:58 da
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