Raul Bova, a Foggia per la prima nazionale de «Il nuotatore di Auschwitz»: «è un inno alla vita» – Foto 1 di 4



BARI – «Questo spettacolo è un inno alla vita, alla sopravvivenza. Racconta due esperienze realmente esistite che hanno vissuto un periodo molto difficile nel campo di concentramento di Auschwitz». Lo ha detto l’attore Raul Bova presentando a Foggia la prima nazionale dello spettacolo Il nuotatore di Auschwitz, in programma il 16 novembre al teatro del Fuoco nel capoluogo dauno.
Lo spettacolo narra due storie. Quella di Alfred Nakache, nuotatore francese di origine ebraica, detentore di un record mondiale. Ad Auschwitz era il detenuto numero 172763. C’è poi la storia di Viktor Frankl, uno psichiatra austriaco che, subito dopo la liberazione, ha scritto un libro sull’esperienza vissuta e su coloro che, proprio come Nakache, sono riusciti a superare quella prova terribile.

«Le loro storie sono la massima espressione della sofferenza, della privazione della dignità e della libertà. Partendo da loro – ha evidenziato Bova – vogliamo raccontare quello che ognuno di noi vive nella propria vita quando si incontra un momento di difficoltà, duro. Come se fosse un piccolo campo di concentramento dal quale si vuole raccontare, suggerire, quelli che sono stati per questi due protagonisti i modi per uscire vivi dai campi di concentramento. Noi vogliamo parlare così di qualsiasi forma di violenza, che sia quella contro le donne, il bullismo, tutto quello che ti dà privazione di libertà, ti spersonalizza».
«Ci sono caratteri – ha aggiunto – che istintivamente si salvano e caratteri che invece lo fanno con il ragionamento. In questo caso il nostro neuropsichiatra ha delle soluzioni ragionate, racconta esperienze di prigionieri internati che si sono salvati per poter dare agli altri un testo di pagine scritte».


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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-15 14:22:26 da Redazione online


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