Bene qualità della vita e servizi, male sicurezza e benessere economico. E’ quanto emerge dagli indicatori di benessere equo e sostenibile (Bes) 2023 delle province italiane, che hanno la finalità di misurare e confrontare, ricorrendo a dati quantitativi e qualitativi, i diversi modelli di sviluppo territoriale, evidenziando esiti e ritardi. Gli indicatori sono riuniti per argomento e la possibilità di metterli a confronto offre l’occasione, per le province, di comprendere e valutare il proprio posizionamento in ciascuna area. Lo studio, riferito alla provincia di Rimini, è stato pubblicato dalla Camera di commercio della Romagna.
Salute
Gli indicatori della dimensione salute mostrano un quadro positivo sia per quanto riguarda l’aspettativa di vita che il tema della mortalità. Continua la crescita post pandemia degli indicatori legati al tema dell’aspettativa di vita; le stime 2022 mostrano tutti valori in miglioramento anche se non ancora tornati ai livelli del 2019. Nel territorio riminese le stime 2022 relative alla speranza di vita alla nascita per maschi, femmine e totale (nell’ordine, 81,5, 85,7 e 83,6 anni) presentano tutte valori superiori e migliori sia al dato regionale che a quello nazionale; da evidenziare come il valore per il sesso femminile sia particolarmente alto rispetto a quello maschile. Migliore rispetto ai territori di confronto il tasso standardizzato di mortalità totale (dati riferiti all’anno 2020) che si attesta a 91,6 morti per diecimila abitanti, in linea al dato regionale e inferiore del 3,9% rispetto al dato nazionale. Il tasso standardizzato di mortalità per tumore 20-64 anni (7,5 ogni 10mila ab., dato 2020) si colloca tra il dato regionale (7,3) e quello nazionale (8,0).
Istruzione e formazione
Nell’ambito della dimensione Istruzione e formazione la provincia presenta indicatori perlopiù intermedi rispetto a quelli di Emilia-Romagna e Italia. Per ciò che riguarda il dato riferito ai Neet, acronimo con cui si indicano i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, si nota che tale percentuale, nel 2022, è pari al 14,0%, migliore rispetto al dato nazionale (19,0%) e peggiore di quello regionale (12,2%). La percentuale di persone con almeno il diploma (il 67,3% della cittadinanza tra i 25-64 anni), dal canto suo, presenta un valore prossimo al dato regionale (-0,8 p.p.) e migliore del dato nazionale (+4,3 p.p.). Buono il valore 2022 relativo alla percentuale di persone di 25-39 anni che hanno conseguito un titolo di livello terziario sul totale delle persone di 25-39 anni (36,0%), nettamente superiore rispetto ai valori medi regionali e nazionali; gli indicatori del livello di competenza alfabetica e numerica, invece, risultano entrambi intermedi tra il valore regionale ed il dato nazionale. Non buono il dato 2021 dei laureati in discipline tecnico-scientifiche (Stem) dove in provincia di Rimini si registra un valore (16,8 per 1.000 abitanti) inferiore al valore regionale (-7,8%) e nazionale (-5,1%). Per quanto riguarda il tema del lifelong learning, l’area riminese è caratterizzata da una bassa percentuale di persone in età lavorativa in formazione permanente, pari al 8,3%, valore più basso di quello nazionale (-1,3 p.p.) e soprattutto di quello regionale (-3,6 p.p.).
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita
I dati 2022 sul mercato del lavoro presentano le seguenti caratteristiche. Gli indicatori relativi ai tassi di inattività (totale e giovanile) (nell’ordine, 38,4% e 54,1%) risultano entrambi migliori rispetto al dato italiano e lievemente superiori ai valori regionali. La differenza di genere F-M nel tasso di inattività (+13,1 p.p.) e nel tasso di occupazione (-16,0 p.p.) mostrano valori intermedi, ovvero peggiori rispetto ai dati regionali e migliori nel confronto con i valori nazionali. Proseguendo, il tasso di occupazione (20-64 anni), pari al 70,5%, è inferiore al dato regionale (-4,3 p.p.), ma superiore a quello nazionale (+5,7 p.p.); il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni), pari al 38,3%, segue lo stesso andamento: -3,5 p.p. se confrontato con il dato regionale e +4,5 p.p. rispetto a quello nazionale. Anche i tassi di disoccupazione 15-74 anni (6,5%) e 15-34 anni (11,3%) si inseriscono in mezzo tra le rispettive medie regionali (5,0% e 8,9%) e nazionali (8,1% e 14,4%). Negativa la situazione nella differenza di genere F-M delle giornate retribuite all’anno (-23,6), che certifica ulteriormente le difficoltà delle donne nel mercato del lavoro, dove il dato del territorio riminese è peggiore rispetto ai valori regionali e nazionali. Il numero medio di giornate retribuite nell’anno per i lavoratori dipendenti (199,5, riferito all’anno 2021) risente fortemente dell’incidenza del lavoro stagionale in ambito turistico che caratterizza il territorio, mostrando nette differenze in negativo rispetto ai dati di Emilia-Romagna (243,4) e Italia (235,3). In linea con il dato regionale e negativo rispetto al dato nazionale il valore del tasso di infortuni mortali e con inabilità permanente: 11,9 per 10mila occupati (11,4 in Emilia-Romagna, 10,2 in Italia, rilevazione 2021).
Benessere economico
Gli indicatori della dimensione benessere economico descrivono per il territorio riminese delle criticità per quanto riguarda il tema del reddito e, nel complesso, delle difficoltà economiche, fortemente legati alla stagionalità che caratterizza il mondo del lavoro. Non buono, nel 2021, il valore del reddito disponibile pro capite delle famiglie consumatrici (19.753,90 euro), peggiore rispetto al valore regionale (-3.581,70€), anche se in linea con il dato italiano (-7,10€). La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti (16.068,42 euro), dato dal rapporto tra la retribuzione totale annua dei lavoratori dipendenti del settore privato non agricolo assicurati presso l’Inps e il numero dei lavoratori dipendenti, presenta valori tutt’altro che positivi, risultando inferiore sia al dato nazionale (-26,5%) sia a quello regionale (-32,5%). L’importo medio annuo delle pensioni (12.108,84 euro) e la percentuale di pensionati con pensione di basso importo (22,15%), dato dal rapporto tra le pensioni vigenti inferiori a 500 euro sul totale delle pensioni, sono prossimi (ma sempre più bassi) al dato nazionale, ma ancora molto distanti dai valori regionali. Meglio, in tale contesto, l’indicatore in tema di diseguaglianze (rilevato nel 2021); nella differenza di genere F-M nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti (-6.516,52 euro), lo svantaggio delle donne risulta molto inferiore rispetto al dato nazionale (-7.907,76 euro) ed ancor di più rispetto alla regione (-9.328,60 euro). Per quanto riguarda il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari alle famiglie (0,53) appare lievemente inferiore al dato nazionale e maggiore di quello regionale, con un trend in diminuzione.
Relazioni sociali
La dimensione relazioni sociali mostra tendenze diverse tra i suoi temi di disabilità, immigrazione e società civile. Il territorio riminese registra una minore percentuale di alunni disabili presenti nelle scuole, sia nel totale che nelle scuole secondarie di secondo grado, rispetto a regione e Italia; la percentuale di alunni con disabilità sul totale degli alunni nell’anno 2020 è in provincia di Rimini del 3,3%, inferiore di 0,2 p.p. rispetto alla percentuale regionale e nazionale. Per quanto riguarda le sole scuole secondarie di secondo grado il valore provinciale (2,6%) si distanzia maggiormente dal valore regionale (-0,5 p.p.) rispetto a quello nazionale (-0,3 p.p.). Negativo per l’anno 2021 l’indicatore relativo alla composizione percentuale di postazioni informatiche adatte nelle scuole secondarie di secondo grado (58,8%), molto lontano dai valori Emilia-Romagna (82,3%) e Italia (76,9%). La percentuale di cittadini stranieri residenti che hanno ottenuto la cittadinanza italiana nel 2021 in provincia di Rimini (2,7%) è intermedia tra il valore della Regione (3,0%) ed il valore Italia (2,4%). Infine, il valore relativo alla quota di istituzioni non profit ogni 10.000 abitanti (56,8) risulta essere minore rispetto al dato regionale (62,1) e nazionale (61,2).
Politica ed istituzioni
La dimensione politica e istituzioni presenta buoni risultati nei diversi temi della inclusività istituzionale e della gestione delle amministrazioni locali con un’unica eccezione. Buona la percentuale di donne sul totale degli amministratori (38,7%), con un valore in linea con i valori medi regionali (39,0%) e superiore al dato nazionale (34,1%). Negativa, invece, è la percentuale di giovani di età inferiore ai 40 anni sul totale degli amministratori comunali che, al 31 dicembre 2022, si attesta in provincia di Rimini al 23,1%, inferiore sia al dato nazionale (-2,8 p.p.) che a quello regionale (-4,3 p.p.). Positivo il valore relativo all’incidenza delle spese rigide sulle entrate correnti dell’Amministrazione provinciale (23,9%), dato migliore rispetto al valore regionale (27,7%) e nazionale (24,2%). Buona anche la capacità di riscossione (0,81 per 1 euro di entrata), che misura il rapporto tra l’ammontare delle riscossioni in conto competenza e le entrate accertate, con valore migliore del dato medio Emilia-Romagna (0,78) e Italia (0,62). (Rilevazione anno 2021).
Sicurezza
La dimensione sicurezza presenta indicatori, riferiti all’anno 2021, per lo più negativi per il territorio riminese. Nel dettaglio, si evidenzia quanto segue. Il tasso di omicidi volontari consumati, che misura la media negli ultimi tre anni del numero di omicidi per 100.000 abitanti, è in provincia di Rimini dello 0,9 peggiore della media regionale (0,7) e di quella nazionale (0,5). Molto negativi per il territorio riminese anche i dati relativi alle truffe e frodi informatiche (514,0 ogni 100mila ab.) ed il tasso di criminalità predatoria (131,6 ogni 100mila ab.), con una differenza: se da un lato le truffe e frodi informatiche mostrano valori superiori ma non molto distanti rispetto ai territori di confronto, i reati predatori risultano essere nei numeri circa 3 volte superiori al valore regionale e circa 4 volte al valore nazionale. L’andamento provinciale del numero di violenze sessuali (16,0 ogni 100.000 abitanti) è quasi in linea con i valori medi regionali (14,2) ma significativamente peggiori rispetto al dato medio nazionale (8,9). In tema di sicurezza stradale si nota come la presenza turistica nel territorio riminese influenzi il dato se questo è calcolato sul numero di abitanti: infatti, mentre i dati relativi all’indice di lesività degli incidenti stradali misurati come numero di feriti per 100 incidenti stradali evidenziano strade più sicure nel territorio riminese (122,7%, rispetto al 128,8% regionale e 134,8% nazionale), il tasso di feriti ogni 1.000 abitanti (5,4) presenta un valore peggiore rispetto alla media regionale e nazionale (rispettivamente, 4,4 e 3,5).
Paesaggio e patrimonio culturale
Molto discordante nei vari indicatori della dimensione Paesaggio e patrimonio culturale la posizione del territorio riminese rispetto ai territori di confronto. Bassa la densità di verde storico e parchi urbani di notevole interesse pubblico (D.lgs. 42/2004), sul totale delle superfici urbane, nel comune capoluogo (0,5%), ben al di sotto dei valori nazionali (1,7%), anche se in linea con quelli medi regionali (0,6%). Buoni gli indicatori relativi al patrimonio culturale, che testimoniano come l’attenzione messa in campo dalle politiche territoriali negli ultimi anni abbia dato i suoi frutti: il numero di strutture espositive permanenti per 100 kmq, ponderato con il numero di visitatori, presenta per il territorio riminese un valore (1,6) superiore al dato regionale (1,2) ed al dato nazionale (1,4); ancor più positivo il dato relativo alla dotazione di risorse del patrimonio culturale per 100 kmq (137,5) che registra per Rimini un numero doppio rispetto alla media nazionale. Negativo è invece il numero di biblioteche per 100mila abitanti (12 unità) che presenta un valore di molto al di sotto rispetto ai territori di confronto. Buono il valore sulla diffusione di aziende agrituristiche, pari a 8,2 ogni 100 kmq, a testimonianza di come il comparto turistico rappresenti un punto di forza del territorio, dato in linea con la media nazionale e migliore di quella regionale. La percentuale di comuni in cui sono presenti aree di particolare interesse naturalistico (55,6%), infine, risulta molto inferiore al dato regionale ma in linea con il dato nazionale.
Ambiente
Fatta eccezione per un ristretto numero di indicatori, l’analisi della dimensione Ambiente evidenzia una situazione non positiva per il territorio rispetto alla regione ed alla nazione. Per quanto riguarda gli indicatori della qualità ambientale, la disponibilità di verde urbano del capoluogo di provincia (21,2 mq per abitante) mostra un valore significativamente inferiore rispetto al territorio regionale (45 mq per abitante) ed a quello nazionale (32,5 mq per abitante). Il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di PM2,5 rilevato tra tutte le centraline fisse per il monitoraggio della qualità dell’aria nel comune capoluogo di provincia è stato 15 μg/m3 (5 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana); il valore più elevato relativo alla concentrazione media annua di NO2 è stato 36 μg/m3 (10 μg/m3 il valore limite per la protezione della salute umana). Il consumo di energia elettrica per uso domestico (1.174,1 kwh per ab.) mostra nel 2022 valori leggermente superiori alla media regionale (+4,8%) ed a quella nazionale (+7,2%). Molto basso in provincia (solo il 12,1% del totale), e molto al di sotto delle percentuali regionale (22,7%) e nazionale (39,3%), risulta essere la produzione di energia elettrica dagli impianti di fonti rinnovabili. Molto positivi, invece, i dati relativi agli impianti fotovoltaici: il numero di impianti fotovoltaici installati per Kmq (11,1) è in provincia di Rimini circa il doppio del valore medio regionale e circa il triplo del nazionale; pur presentando una capacità produttiva media del singolo impianto inferiore alle medie nazionale e regionale, la percentuale di produzione lorda degli impianti fotovoltaici sul totale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili raggiunge il 56,8%, dato ben al di sopra rispetto al valore regionale (37,8%) e nazionale (21,5%). La percentuale di superficie provinciale classificata come area a pericolosità da frana elevata è pari al 20,5% (più alta rispetto agli altri ambiti territoriali) mentre l’area a pericolosità idraulica media risulta al 15,7%; a seguito degli eventi meteo verificatesi a maggio 2023, è alquanto importante il monitoraggio continuo di questi indicatori.
Ricerca, innovazione e creatività
Nel territorio riminese l’indicatore della specializzazione produttiva nei settori ad alta intensità di conoscenza, misurata tramite la percentuale di imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza sul totale delle imprese, presenta nel 2021 un gap negativo: 29,1%, rispetto al 32,8% regionale e 33,7% nazionale. Sempre nel 2021, nel campo della ricerca, viene analizzato il tasso di migratorietà dei laureati italiani, compresi nell’età 25-39 anni, che presenta un dato provinciale pari a +2,8 (per 1000 laureati residenti); il valore dell’indicatore col segno “+” certifica l’attrattività del territorio provinciale, seppur lontano dalle medie regionali (+17,8). Stessa tendenza positiva nell’analisi dei dati nell’ottica di genere; la mobilità dei laureati di sesso femminile si attesta a +4,1 (per 1000 laureati residenti) e quella di sesso maschile a +1,0 (per 1000 laureati residenti). I valori nazionali di queste rilevazioni presentano tutti, invece, un segno negativo. Positivi gli indicatori relativi alle imprese ed ai lavoratori che operano nel settore culturale e creativo. La percentuale di imprese culturali e creative sul totale delle imprese (4,7%) e la percentuale di lavoratori occupati nelle imprese culturali e creative sul totale dei lavoratori (6,0%) risultano superiore ad entrambi i territori di confronto; infine, il valore aggiunto prodotto dal settore culturale e creativo (sul valore aggiunto dell’intera economia) si attesta al 5,2%, sostanzialmente in linea con quello regionale (5,1%) e inferiore al dato nazionale (5,6%). Le rilevazioni sono riferite all’anno 2022.
Qualità dei servizi
La dimensione qualità dei servizi mostra per la provincia un quadro positivo in quasi tutti gli indicatori nel confronto con le medie nazionali, evidenziando però ancora un generale ritardo nei confronti dei dati regionali. La percentuale di bambini (0-2 anni) che ha usufruito di servizi per l’infanzia (24,0%), risulta superiore al dato nazionale (15,2%) e inferiore al dato regionale (30,9%); stessa situazione per la presenza di servizi per l’infanzia (63,0%, rispetto a 88,8% dell’Emilia-Romagna e 59,6% dell’Italia) (Rilevazione anno 2021). Positivo è l’indicatore di emigrazione ospedaliera in altra regione sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione nel 2021, dove la provincia di Rimini (con il 4,3%) presenta un valore al di sotto di quello regionale (5,1%) e nazionale (7,8%). Discordanti i risultati dei servizi di pubblica utilità: positivo il numero medio annuo per utente delle interruzioni del servizio elettrico senza preavviso, pari a 1, migliore rispetto al dato di 1,3 della regione e di 2,2 nazionale; la raccolta differenziata di rifiuti urbani raggiunge, nel 2021, il 69,4%, superiore alla media nazionale ma più bassa di quella regionale; ritardo infrastrutturale sulla copertura internet a banda larga, anche se in espansione (38,7%), ma lontano dal dato regionale (52,5%) e nazionale (53,7%). In tema di mobilità urbana, infine, nel comune capoluogo, il valore dell’indicatore che misura l’offerta del trasporto pubblico locale (4.234 posti-km per abitante, riferito all’ultima rilevazione del 2021) è superiore al dato emiliano-romagnolo (2.807) e inferiore alla media nazionale (4.748). L’indicatore risulta fortemente condizionato dal numero di km/anno di servizio Tpl, assegnato alle singole Province dalla Regione Emilia-Romagna in fase di programmazione.
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www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-01-04 12:09:18 da
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