I cinque uffici postali di Torino coinvolti nel piano di razionalizzazione di Poste italiane restano chiusi, almeno per il momento. Con un’ordinanza cautelare il Tar ha respinto la richiesta del Comune di sospendere il provvedimento di Poste italiane divenuto effettivo il 16 dicembre.
Non è però detta l’ultima parola, perché si dovrà ancora attendere il pronunciamento definitivo del tribunale amministrativo, che ha comunque riconosciuto l’interesse di carattere generale che il servizio postale riveste per la cittadinanza.
Lo Russo: “Dispiaciuti”
“La decisione ci lascia dispiaciuti ma siamo determinati a proseguire la strada intrapresa – dice il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo -: confidiamo che in sede di sentenza definitiva i giudici riconoscano come questa decisione stia di fatto privando tante cittadine e tante cittadini di un servizio fondamentale di prossimità”.
Gli sportelli chiusi sono in via Nizza, corso Casale, via Guicciardini, via alla Parrocchia e via Verrès, già teatro di sit-in di protesta nelle scorse settimane. Rientrano tutti nel nuovo piano di razionalizzazione che, ha spiegato Poste italiane, tiene conto delle mutate abitudini dei cittadini più orientati all’uso dei prodotti online.
Ma al netto di queste chiusure, Poste ha sottolineato come Torino resti coperta in modo capillare con altri 66 uffici postali, 70 postamat e 650 punti alternativi di accesso per il ritiro e spedizione pacchi o il pagamento dei bollettini, e cioè bar, edicole, tabaccherie, cartolerie, supermercati e negozi Kipoint.
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