Riccardo Meggiorini: «Bari in ripresa ma occhio al Cittadella»


BARI – Doppio ex di Bari e Cittadella, Riccardo Meggiorini – 39 anni veronese -accende i riflettori del cuore per illuminare un passato ormai riposto nel cassetto. Il calcio, la confessione in confidenza, sembra non riguardarlo più da vicino. Ad oggi, l’ex attaccante biancorosso si dedica al ciclismo e al recupero atletico dei calciatori infortunati in collaborazione con il vecchio staff di riabilitazione del Chievo Verona, altra società dove ha militato.

La prolifica parentesi al Cittadella inizia in C1 nel 2006 in prestito dall’Inter. In tre stagioni realizza 41 gol, centra una promozione in B, la successiva salvezza salendo sul terzo gradino del podio dei marcatori (18 gol) insieme a Sasà Bruno e dietro Tavano ed il biancorosso Barreto. Forte dello score registrato, il Bari lo ingaggia nel luglio del 2009 in compartecipazione col Genoa. In Puglia segna il suo primo gol in A il 25 ottobre al San Nicola nel 2-0 contro la Lazio. A fine campionato, porta in dote 5 reti in 31 presenze. Andrà meglio con le maglie di Torino, Chievo e Vicenza. Sino a ritirarsi definitivamente lo scorso luglio per intraprendere la carriera da allenatore iniziata -in maniera isolata – come collaboratore al Villafranca Veronese di Eccellenza. Meggiorini, partiamo dalla classifica di B. Pisa, Sassuolo e Spezia stanno facendo il vuoto alle spalle: «Siamo alle battute iniziali e sono sicuro che i giochi, sia in testa che in coda, si riapriranno. L’equilibrio tornerà. Distanze colmabili».

Che ruolo potrebbero recitare Bari e Cittadella in questo campionato?

«Il Bari è in ripresa, mentre il Cittadella è indietro. L’umore e l’autostima alti vengono dai risultati. L’entusiasmo fa fare cose straordinarie».

Domenica si gioca Bari-Cittadella. In pratica, quattro anni in due città della sua carriera calcistica. Mai così a lungo, fatta eccezione per la parentesi al Chievo.

«Cittadella è l’ideale per far crescere i giovani. Una società collaudata, non ne vedo di così stabili in giro. La squadra è in difficoltà, ma non si arrende mai».

Cittadella ha rappresentato un autentico trampolino di lancio. Bari?

«Bari? Fondamentale per entrare nel grande calcio. Ho avuto l’onore di affiancare grossi giocatori come Bonucci, Ranocchia, Barreto e Kutuzov. Uno squadrone guidato da mister Ventura, il migliore allenatore avuto in carriera».

Cosa ricorda dell’anno in Puglia?

«Il grande entusiasmo, i tanti tifosi. Un’annata bellissima».

Conosce Longo e Dal Canto, quest’ultimo veneto come lei? Giocano entrambi col 3-5-2. Finiranno per annullarsi?

«Longo ha una bella esperienza, conosce bene la B. Il calcio è polivalente e i moduli lasciano il tempo che trovano. La differenza la fa l’interpretazione dei giocatori. Loro spostano gli equilibri».

Bari porta fortuna al tecnico del Cittadella che nel capoluogo pugliese nel 1997 ha vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo con la Nazionale.

«Una motivazione in più per fare bene. Domenica, il Cittadella non andrà all’arrembaggio».

Un mese fa Dal Canto è subentrato a Gorini sulla panchina del Cittadella. Ha ottenuto cinque punti in cinque partite, vincendo solo una volta a Palermo. Non c’è stata una vera e propria inversione di tendenza.

«Non sempre l’avvicendamento corrisponde al cambio di rotta. Contano di più gli aspetti emotivi e mentali del gruppo».

Su cosa il Bari dovrà concentrarsi e fare attenzione?

«Longo non sottovaluterà l’avversario. I giocatori del Bari sono intelligenti. I valori, grosso modo, si equivalgono e non esistono più squadre materasso».

Nel Bari mancherà Ahmad Benali. Nel Cittadella Alessandro Salvi. Entrambi squalificati. Un giocatore non fa la squadra, ma quanto potranno incidere queste assenze?

«In termini di qualità, il Bari potrebbe perdere qualcosa. Non sarà facile sostituirlo. Chi lo farà, penso a Maiello o Falletti, sarà comunque all’altezza. Le alternative non mancano».

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2024-11-22 14:11:24 da


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