Ripreso mentre fa sesso nel suo ufficio, il sindaco di Santa Marinella Tidei: “Sui video hot barbarica caccia alle streghe”

Ripreso mentre fa sesso nel suo ufficio, il sindaco di Santa Marinella Tidei: “Sui video hot barbarica caccia alle streghe”


“Di consulenze sull’informatica potete chiedere ad Angeletti. Era lui che se ne occupava. Mi pare che il consigliere Roberto Angeletti ora è accusato dal pm Savelli di minaccia aggravata nei confronti del sindaco, oltre che di corruzione”. E’ quanto afferma in una nota il sindaco di Santa Marinella (Roma) Pietro Tidei, in riferimento alla diffusione di alcuni suoi video hot. L’esponente del Pd aveva denunciato un presunto giro di corruzione che poteva interessare alcuni consiglieri di opposizione. Le microspie installate dagli investigatori in Municipio hanno però ripreso il sindaco durante due appuntamenti amorosi negli uffici. I legali di uno degli indagati hanno richiesto gli atti dell’inchiesta, nei quali erano contenuti i due filmati che hanno iniziato a circolare in città: su questo Tidei ha sporto denuncia.

“La consulenza informatica (53 mila euro) a cui allude stamane il quotidiano La Verità, non solo non esiste ma non sarebbe nemmeno stata tecnicamente possibile in un Comune in dissesto – prosegue il sindaco -. Il fatto è che oggi qualsiasi fonte può inventare qualsiasi cosa contro di me e sostenere di averla trovata nel materiale che la Procura ha risequestrato dopo averlo dato per sbaglio ad Angeletti. Si tratta di 4000 ore di video e altrettante intercettazioni telefoniche, di cui in teoria sarebbero previsti la segregazione e l’arresto per chi lo pubblica in base alla legge Severino”.

Per il sindaco “un indagato ha ottenuto i dati sensibili presenti nell’archivio ‘riservato’ della magistratura che non riguardano fatti utili alle indagini e ne ha diffuso il contenuto ed il materiale fornito inavvertitamente dalla Procura ad Angeletti, accusato di corruzione dalla stessa Procura, è fonte di ispirazione per qualsiasi fantasia letteraria, senza possibilità di concreta smentita in quanto detto materiale non è mai stato fornito alla difesa”.

“E’ stato commesso un enorme errore nel consentire agli indagati di avere a disposizione atti del giudizio estranei ed irrilevanti per la loro difesa ma assolutamente necessari, dal loro punto di vista, per denigrare non solo un avversario politico ma colui che con coraggio ha denunziato le loro malefatte. Ora in una piccola cittadina come Santa Marinella questo errore ha innescato una barbarica caccia alle streghe e rischia di mettere alla gogna anche altri soggetti del tutto ignari e del tutto estranei”, conclude.

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roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-09-24 15:56:55 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)


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