L’AQUILA – C’è un imputato per il rogo del capannone dell’Azienda servizi municipalizzati dell’Aquila che un anno fa distrusse 26 automezzi facendo danni per sei milioni. Lo riporta il Messaggero. Si tratta del responsabile dell’impianto Fabio Ianni per il quale la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Al riguardo va ricordato che il filone dell’incendio volontario è stato archiviato visto che non ci sono prove. A Ianni viene contestato solo il fatto che le presunte irregolarità amministrative della gestione della struttura avrebbero agevolato il disastroso evento. Ma per i suoi avvocati, Ferdinando Paone e Francesco Rosettini le accuse non stanno in piedi.
Secondo l’accusa, infatti, Ianni avrebbe violato le regole circa la realizzazione ed esercizio della piattaforma ecologica di tipo A andata distrutta e di una stazione ecologica adiacente alla sede di Asm dove sta lo stabilimento. Da lì il presunto deposito abusivo di plastica e altro materiale infiammabile senza una copertura. Per cui le fiamme, generate da cause ignote, si sarebbero trasferite al materiale plastico provocando l’irreparabile. L’unico aspetto positivo riguarda il fatto che gli uffici dell’Asm sono scampati al rogo che ci fu nella notte tra il 23 e il 24 ottobre 2923.
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