Non si deve abbassare la guardia e ricordare sempre che in Italia, a parte poche aree, si vive in una condizione di inquinamento costante, che può provocare gravi danni alla salute delle persone. Troppo spesso si tende a dimenticarlo. Come a non valorizzare le battaglie per l’aria pulita. Ma ne va della nostra salute.
A Capodanno s’è registrato un picco di smog nell’aria di Roma. Pare sia dovuto ai residui dei botti di mezzanotte. L’Ansa sostiene che, tuttavia l’allarme è rientrato e adesso l’aria di Roma sta rientrando nei parametri di legge. Per lo meno così ha sostenuto Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale: “I valori dei Pm10 che in alcune centraline di rilevamento dell’Arpa Lazio hanno raggiunto un picco il 1° gennaio, legato con molta probabilità all’effetto prodotto dai botti e fuochi d’artificio della notte di Capodanno, sono in discesa costante e stanno rientrando nei parametri di legge“.
Polveri sottili altamente inquinanti nocive per la nostra salute
Parametri che però non debbono tranquillizzarci affatto. Per questo le previsioni dell’Arpa Lazio sulla qualità dell’aria a Roma sono state spesso grigie, come lo smog che dal primo dell’anno ha coperto in particolare alcune zone della città. Anche per questo il Campidoglio evidenziava “per i prossimi giorni una situazione di criticità con il rischio di superamento dei valori limite per le concentrazioni degli inquinanti atmosferici” e invita le persone più fragili a evitare “prolungate esposizioni” all’aria aperta.
Il Comune, inoltre, raccomanda “azioni volontarie” preventive per abbassare i livelli di smog.
“I dati di Pm10, sostiene l’assessora, a seguito del 1° gennaio, registrati dalle centraline di Prenestina e Corso Francia sono passati in 24 ore da 76 a 69 mg per m³ a rispettivamente 31 e 32 mg, ovvero ampiamente sotto il valore limite giornaliero il lunedì 2 gennaio. Valori che stanno scendendo ulteriormente.” Non sono previste quindi restrizioni alla circolazione nei prossimi giorni.
È bene ricordare che con la sigla Pm10 si indicano un insieme di polveri inquinanti altamente nocive per l’uomo. Si tratta di particelle solide e liquide, di diametro inferiore a 10µm, generate da fenomeni naturali, o più comunemente dai gas di scarico delle automobili o dall’inquinamento degli impianti industriali. Gli effetti irritativi sul tratto superiore dell’apparato respiratorio possono comprendere l’infiammazione e la secchezza del naso e della gola, aggravandosi se le particelle hanno assorbito sostanze acide (come il biossido di zolfo o gli ossidi di azoto).
Come ridurre il livello di inquinamento dell’aria a Roma
Le azioni volontarie cui fa riferimento il Comune, per tenere basso il livello di inquinamento, sarebbero: utilizzare i mezzi pubblici e quelli in condivisione, preferire veicoli elettrici o a metano, limitare l’uso del riscaldamento, non sostare a motore acceso, usare la bicicletta o andare a piedi. Le raccomandazioni sarebbero ora rientrate, con i progressivi miglioramenti della qualità dell’aria, come ha sostenuto l’assessora Alfonsi ma non mi fiderei affatto dei termini di legge, fissati a tavolino, come compromesso tra una situazione ideale e una accettabile.
L’inquinamento non sparisce come le nuvole o la precipitazioni. Sembra accertato che rispetto all’anno passato le centraline fuori legge quest’anno erano solo due mentre nel 2023 furono ben 9 sulle 13 dislocate nelle strade della Capitale. Il limite di legge del Pm10 sarebbe di 50 mg per m³. L’anno passato eravamo arrivati anche a 100 mg per m³.
In questo inizio di 2024, invece, le situazioni critiche si sono limitate a tre zone della città: sempre largo Preneste (69 microgrammi), Corso Francia (69 microgrammi) e via Tiburtina (54 microgrammi).
Il sindaco Gualtieri ritiene che la situazione permane critica
In ogni caso, il sindaco Roberto Gualtieri ha firmato due differenti ordinanze in seguito alla diffusione dei dati sull’inquinamento da Pm10 a Roma. Secondo le previsioni modellistiche di Arpa Lazio, infatti, nelle 48/72 ore successive alle rilevazioni c’è la possibilità che permanga una situazione di criticità. Una delle ordinanze contiene le raccomandazioni per la cittadinanza, con tutti i comportamenti da seguire per ridurre l’emissione di polveri sottili nell’aria. L’altra, invece, mira al decongestionamento del traffico nelle zone più critiche e coinvolge l’attività degli operatori della Polizia Locale di Roma Capitale. Le raccomandazioni sono quelle che accennavamo prima. In sostanza ridurre i consumi energetici e il traffico tra le principali cause del Pm10 nell’aria.
Già dopo il ponte dell’Immacolata, il 10 dicembre scorso, il Comune aveva emesso due ordinanze per ridurre il livello di polveri sottili nell’aria. L’inquinamento era favorito dall’assenza di maltempo. L’assenza di precipitazioni e vento può peggiorare il livello di pulizia dell’aria. Bisogna augurarsi la precipitazioni, temporali e venti per ripristinare un’atmosfera più pulita e respirabile. La stessa Legambiente fin dal 21 dicembre aveva segnalato un livello allarmante di inquinamento a Roma: “Le polveri sottili sono fuori controllo“, aveva denunciato l’associazione ambientalista.
Cittadini per l’Aria ha effettuato un monitoraggio per esaminare i livelli di No2 (biossido di azoto) nella città di Roma, che risulta sempre più inquinata. La media mensile della città, nel 2023, è stata di 42,69 μg/m³ rispetto ai 40 μg/m³ del 2020.
Roma è sempre più inquinata, anche se si tende a non parlarne
Di fatto bisogna dire che Roma sempre più inquinata. La mappa delle zone più pericolose: alti livelli di No2 sono particolarmente diffusi in alcune zone. Il biossido di azoto è un forte irritante delle vie polmonari. Già a moderate concentrazioni nell’aria provoca tosse acuta, dolori al torace, convulsioni e insufficienza circolatoria. Può inoltre provocare danni irreversibili ai polmoni che possono manifestarsi anche molti mesi dopo l’attacco. È emesso soprattutto dai motori diesel ed è ritenuto cancerogeno.
L’Unione Europea ha recentemente multato l’Italia per gli sforamenti avvenuti a Roma nei livelli di questo gas pericoloso per la salute e per l’ambiente. L’Organizzazione Mondiale per la Sanità classifica il particolato (PM), il biossido di azoto (No2), il biossido di zolfo (SO2) e l’ozono troposferico (O3) come gli inquinanti atmosferici più nocivi. E l’No2 è prodotto in larga parte dal traffico veicolare e soprattutto dalle macchine Diesel. È per abbattere le emissioni di questo gas che il Comune di Roma ha varato regole tanto stringenti sugli accessi alla Fascia Verde, divieti che nelle prossime settimane potrebbero essere modificati.
Le zone più inquinate di Roma
Cittadini per l’Aria ha effettuato un monitoraggio per esaminare i livelli di No2 in città. L’aria risulta di fatto sempre più inquinata. La media mensile, nel 2023, è stata di 42,69 μg/m³ rispetto ai 40 μg/m³ del 2020. Tra febbraio e marzo 2023 il 99 % dei 387 campioni ha misurato concentrazioni di biossido di azoto superiori alla soglia di 10 μg/m³ che i ricercatori dell’OMS indicano come valore in cui si verifica un impatto sulla salute umana. Il 24% dei campionatori supera i 50 μg/m³ e l’8% supera addirittura i 60 μg/m³.
Le situazioni più pericolose sono nel centro storico, con picchi oltre 83 μg/m³. A Piazza Venezia il dato è di 52.7 μg/m³ e in via del Teatro Marcello, proprio sotto il Campidoglio, è di 65.6 μg/m³. Allarmanti anche le situazioni di via della Greca (60.2 μg/m³) e di San Lorenzo, che raggiunge addirittura 72 μg/m³. È di 66.7 μg/m³ il dato rilevato all’Esquilino e in via Druso si registra il dato cittadino più elevato 83.9 μg/m³). Livelli alti su tutte le strade consolari: Prenestina 61.3 μg/m³, Casilina 81.7 μg/m³, Palmiro Togliatti 63.4 μg/m³, Tuscolana 62.4 μg/m³, Ostiense 67.7 μg/m³, Nomentana 55.9 μg/m³, Cassia 50.5 μg/m³, Flaminia 57 μg/m³, Aurelia 53.8 μg/m³, Portuense 52.7 μg/m³, Laurentina 47.3 μg/m³.
Se Roma sta male, altre città d’Italia stanno peggio
Colpisce il livello di inquinamento di certe aree del centro di Roma dove l’aria è malsana per i gruppi più sensibili. Bisogna ridurre la quantità di esposizione all’aria, specie se si hanno sintomi di difficoltà respiratorie o irritazione alla gola e agli occhi. Ma in Italia c’è chi sta peggio. La provincia più colpita dall’inquinamento da gennaio ad agosto 2023 è stata Cremona. Seguono Monza e Brianza, Milano, Mantova e Padova. L’analisi del servizio di monitoraggio atmosferico conferma il record negativo dei territori della Pianura Padana, che sono tra i più inquinati anche su scala europea, dove la contaminazione non si è abbassata più dal 2018.
Otto delle dieci province più inquinate d’Europa sono in Italia e Milano, Monza e Cremona sono in testa. Per questo quando si parla di agricoltura di eccellenza riferendosi a certe aree del paese viene qualche dubbio. Come può essere che l’inquinamento costante e, a tratti, molto rilevante, non incida sulle produzioni agricole e sul bestiame? Comprendo la riservatezza e lo scrupolo per salvaguardare importanti settori produttivi ma parliamoci chiaro, ne va della salute di tutti. Bisognerebbe fare qualcosa per ridurre il problema non nasconderlo.
www.romait.it è stato pubblicato il 2024-01-05 07:41:38 da Carlo Raspollini
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