La violenza di genere non è un luogo comune. Assume volti, contorni e sfaccettature diverse a seconda delle circostanze, o per meglio dire delle vittime. E a confermarne l’incidenza elevata, purtroppo, sono ancora una volta i numeri. “Il nostro centro antiviolenza, nel 2023, ha accolto complessivamente 328 donne, di cui 39 nelle case rifugio, con 44 bambini – spiega Roberta Calderisi, presidente dell’associazione riminese ‘Rompi il silenzio’ -. Quest’anno siamo già a 302 donne accolte e 49 ospitate nelle case rifugio, con 30 minori”. Un problema che giovedì, 17 ottobre, è stato portato anche in Senato, con la presentazione della “Camminata degli uomini”, organizzata dal parlamentare pentastellato riminese, Marco Croatti. Si terrà il prossimo 8 marzo, e vedrà il maschile scendere in strada e battersi in nome dei diritti del femminile.
La Camminata degli uomini sbarca in Senato
L’8 marzo prossimo, Rimini darà l’esempio con la “Camminata degli uomini”. “Nel suo svolgimento, i partecipanti sono invitati a danzare e ad eseguire una ‘preghiera laica’ – spiega il coreografo Claudio Gasparotto, del Movimento centrale Rimini -. La violenza è la rappresentazione idiota dell’incompetenza umana. Dipende da noi disarmare il maschile e consentire al femminile di esprimersi”.
L’iniziativa, che nel marzo 2025 giungerà alla sua quarta edizione, è stata presentata in Senato dalla presidente di “Rompi il silenzio”. La quale, durante il discorso, ha sottolineato come la violenza di genere sia, innanzitutto, un “problema culturale, oltre che una piaga sociale”. “Dobbiamo investire sulla formazione – le parole di Calderisi -. Non solo degli uomini, anche degli operatori, dei giornalisti, dei giudici, delle donne alle prese con processi e percorsi per una nuova autonomia”.
Una necessità sottolineata anche dalla presidente dell’assemblea legislativa regionale, Emma Petitti: “Possiamo combattere la violenza di genere se ci stringiamo e portiamo un contributo dai vari livelli”. Contributo, che, da parte della Regione, trova concretezza nel “sopperimento ai fondi nazionali con misure costanti e strutturate”. “Perché la violenza sulle donne – rimarca Petitti – non è mai un fatto privato. Riguarda un’intera comunità”.
www.riminitoday.it è stato pubblicato il 2024-10-17 17:50:50 da
0 Comments