Rotice si! Rotice no!


Il 4 novembre 2019 il Comune di Manfredonia, sciolto per infiltrazione mafiosa, è stato commissariato. Il 22 novembre 2021 vince il centrodestra con Rotice Sindaco. Dopo due anni Rotice decade per motivi poco rassicuranti. Qualcuno esulta: “Manfredonia è libera!”.

Nella prossima primavera si torna alle urna con diversi interrogativi: Perché Rotice ha fallito? Quali saranno gli attori della prossima campagna elettorale? Quali i futuri amministratori?

Interrogativi che esigono una attenta riflessione.

Dopo la questione Enichem e ai margini di tangentopoli, la voglia di cambiamento creò fermenti spontanei nella gente. Nacquero movimenti, con riferimento alla “Società Civile”, e si proposero vecchi e nuovi partiti guidati dalle allora, si fa per dire, nuove generazioni.

Con le elezioni del 1995 vince il centrosinistra con una amministrazione guidata dal sindaco Prencipe che, spinto dalla presenza attiva della cosiddetta “Società Civile”, divenne speranza per una nuova era politica.

Purtroppo l’idillio durò poco. Nei movimenti e nei partiti s’infiltrarono i “rampolli” della vecchia politica: figli, nipoti, parenti e compari dei politicanti responsabili del disastro chimico. Questi, scafati e intrisi di “paterne teorie”, presero le redini dell’azione politica e condizionarono le scelte.

I modus operandi era: Il potere si conquista e si gestisce con i finanziamenti pubblici. Questi favoriscono mercimonio, familismo, clientelismo e assistenzialismo senza dar conto a chicchessia.

Con tali prerogative nacque la reindustrializzazione; utile per la riproposizione della gestione del potere vecchio modo.

Il neo eletto sindaco, circuito con allettanti promesse, divenne complice ed esecutore di decisioni prese altrove. La cosiddetta “Società Civile”, sbandata, si dissolse.

I “rampolli scafati”, per gestire la valanga di denaro pubblico, si chiusero a riccio e, scambiando i “Diritti” per favori, col sistema di promesse e clientele, fagocitarono e fidelizzarono anche possibili oppositori. Operazione che consenti la formazione del “partito unico” e la “sublimazione” di gruppi e forze politiche alternative.

Per il partito unico la storia non è stata maestra. Non è stato messo in conto che, finito il denaro pubblico, senza aver “gettato” le basi per uno sviluppo duraturo, il potere svanisce e finisce la “pacchia”.

Dopo cinque lustri di cattiva gestione del denaro pubblico, finita la grana traballa il lavoro e perfino l’arcaica industria del cemento che  ha depauperato l’intero territorio. Il disastro si conclude con l’evento inquietante: Comune sciolto per infiltrazioni mafiose. Un marchio indelebile e smacco per la città.

Manfredonia è libera? Da chi, da che cosa?

Stante la situazione attuale sono necessarie alcune constatazioni. In 5 lustri, di governo del “partito unico”, non sono nate forze politiche alternative e capaci di governare la città.

Rotice, nonostante il coinvolgimento delle nuove generazioni, ha fallito. Chi potrebbe sostituirli mancando una classe politica degna di questo nome? chi potrà subentrare alle decadute amministrazioni? Saranno i “rampolli scafati” e loro “accoliti/e” col trucco delle larghe coalizioni?

Per i responsabili dello scioglimento, per infiltrazioni mafiose, è stata una mazzata. Il   loro progetto era di conquistare le ambite poltrone dei privilegi  e vitalizi. Ambizione che Proseguono a coltivare; altro che il bene della città.

Si è diffuso il convincimento che, oltre a loro, non esista una compagine politica capace e competente in grado di sostituirli.

Per pesare le loro competenze e capacità, bisognerebbe valutare le grandi strategie adottate nel curare gli interessi di una comunità depauperata dei beni di famiglia.

  • L’ospedale San Camillo che, dopo l’incidente Enichem, avrebbe dovuto essere ampliato e trasformato in centro regionale attrezzato per lo studio, la ricerca, prevenzione, diagnosi, e cura. Invece, per coprire le malefatte dei padri, è stato scientemente e lentamente degradato a ospedale di base. Una gente di 60 mila abitanti, che d’estate conta circa 80 mila, è costretta al calvario per spostamenti, diagnosi, prevenzione, cura e costi.
  • Il fallimento del Mercato Ittico nonostante una marineria che occupava il secondo posto nazionale.
  • Il mancato riversamento e utilizzo di circa 9 milioni di euro, frutto di tributi dei contribuenti, causato dal fallimento della GEMA.
  • Il fallimento della reindustrializzazione con contratti d’area e patti territoriali che hanno consentito, a “prenditori senza titolo”, di impadronirsi, con soldi pubblici, del vasto territorio di Manfredonia.
  • La cattiva gestione degli LSU e il loro incremento in occasione delle campagne elettorali.
  • La gestione scriteriata e abnorme degli Usi Civici.
  • La gestione dei proventi delle alienazioni utili solo a coprire i debiti.
  • La gestione della società in house ”ASE”: cessioni, tasse esose, passivi e città sporca.
  • Cementificazione selvaggia con svendita e permuta di pezzi pregiati del territorio.
  • L’eterna scandalosa bonifica con la mancata presenza, dei referenti politici territoriali, nei centri decisionali.

La lista è lunghissima e si potrebbe continuare all’infinito.

Nonostante ciò sono riusciti a governare per 5 lustri e non si sono privati di niente; hanno occupato poltrone e sgabelli ad ogni livello; comune, provincia, regione e Parlamento.

Se questi sono i grandi strateghi della politica cittadina, sostituiti dal fallimento Rotice, c’è poco da stare tranquilli.

Quale sarà la prossima compagine politica capace di creare sviluppo e occupazione per una gente addormentata in un’ancestrale apatia?

Ieri c’erano i partiti che formavano e selezionavano le classi dirigenti, oggi ci sono le lobby che foraggiano i lacchè.

Pino Delle Noci



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www.statoquotidiano.it è stato pubblicato il 2023-11-05 20:52:12 da Redazione


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