MANTOVA – Oltre 2mila euro: questo il costo medio mensile di un posto letto in una delle 88 Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) dell’Ats Valpadana di cui 81 private e 7 pubbliche. Dal 2020 al 2024 l’aumento delle rette medie minime e massime si è attestato oltre il 9%. In aumento anche i posti letto solventi (1.130 nel 2024), cioè quelli in cui la retta è completamente a carico degli ospiti e delle loro famiglie, su un totale di 8.093 posti letto autorizzati. Infine, nel 2024 si sono contate oltre 9mila persone in lista d’attesa con un aumento del 38,13% sull’anno precedente, a fronte di una media regionale del 26%.
A tracciare il quadro della situazione è un report, presentato ieri a Milano, realizzato annualmente dall’Osservatorio Rsa della Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl. «Parliamo – osserva il segretario generale della Fnp Cisl Asse del Po, Cesira Chittolini – di un comparto essenziale, che si prende cura della parte più fragile della cittadinanza: gli anziani non autosufficienti. Spesso le degenze nelle Rsa rappresentano un carico economico crescente sulle famiglie, in un sistema che rischia di diventare sempre più diseguale.
Negli ultimi anni regione Lombardia è intervenuta a più riprese erogando contributi economici agli enti gestori delle Rsa, ma non ha fatto altrettanto a favore degli assistiti, a differenza invece di altre regioni come il Veneto e la Puglia. Nel territorio dell’Ats Valpadana (sei distretti di cui uno Asst Crema, uno Asst Cremona e quattro Asst Mantova) la retta media mensile supera i 2mila euro, ma le pensioni medie sono inferiori ai 1.500 euro. È evidente che c’è un tema di sostenibilità economica da affrontare con urgenza. Non bastassero i costi alle stelle, chi si trova nella necessità di ricoverare un anziano, ha anche il problema di trovargli un posto in tempi accettabili: nel 2024 le domande in lista d’attesa erano 9.046, quasi 2.500 in più del 2023 (va precisato che una persona può avere fatto domande in più strutture). In molti casi, tra la ricerca di un letto libero e di importi più accessibili, le famiglie sono costrette a portare il proprio caro in altre province, lontane da casa. È necessario – continua Chittolini – un piano organico, costruito insieme alle parti sociali, all’interno del Tavolo sindacale permanente e dell’Osservatorio sociosanitario. Come sindacato abbiamo avanzato alcune proposte concrete. La prima è la rivalutazione dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, innalzando il minutaggio minimo settimanale da 901 a 1.200 minuti. Un livello che già oggi molte strutture garantiscono, e che deve diventare standard per tutti. La seconda è la stabilizzazione delle rette, per evitare che le famiglie si trovino a sostenere costi insostenibili. Vanno introdotti criteri chiari, omogenei e legati al territorio, magari favorendo la cooperazione tra strutture dello stesso ambito. La terza proposta è la ridefinizione della classificazione degli utenti: i criteri oggi usati in Lombardia sono datati, e non riflettono davvero la complessità dei bisogni degli anziani. Serve un nuovo modello, basato su livelli assistenziali realistici. Infine, non possiamo ignorare un fenomeno allarmante: la trasformazione di posti letto delle Rsa in ospedali di comunità. Un’operazione che rischia di ridurre ulteriormente l’offerta residenziale, senza un vero potenziamento della rete territoriale. La stagione che stiamo vivendo è decisiva – conclude il segretario generale – abbiamo davanti un’occasione unica per riformare la non autosufficienza, per ridare dignità agli anziani, alle famiglie e agli operatori del settore: non possiamo sprecarla».
Un report, quello stilato ormai da dieci anni dall’Osservatorio Rsa della Fnp Cisl Lombardia, ricco di numeri e informazioni, con focus anche sulle otto Ats in cui è suddiviso il territorio lombardo. In Lombardia sono infatti attive 729 Rsa (+8 sul 2023 e +68 rispetto a 10 anni fa), di cui 684 private (il 94%) e 45 pubbliche (il 6%). Tra le realtà private, 315 hanno la natura giuridica di Fondazione. Nei territori più piccoli si concentra in percentuale il maggior numero di posti letto: Ats Pavia, Ats Valpadana e Ats Montagna.
Complessivamente sono 67.181 i posti letto autorizzati, di questi 57.286 sono anche “contrattualizzati” (quelli per cui la Regione paga la quota sanitaria) e 9.665 solo solventi (quelli in cui è tutto a carico della persona ricoverata). Negli anni sono diminuiti i posti contrattualizzati e aumentati quelli solventi. Nelle Rsa si contano 4.584 posti letto “Alzheimer”. La tendenza è in aumento di circa 100 posti letto all’anno. Gli assistiti totali sono 88.456. L’età media all’ingresso nella Rsa è di 85,5 anni. Il tasso di mortalità nei primi 30 giorni dal ricovero è dell’8% mentre la degenza media degli ospiti è di 581 giorni.
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