La Corte di Appello di Roma ha riconosciuto il nesso causale tra la patologia di un operaio di San Felice Circeo, un adenocarcinoma polmonare, e l’esposizione all’amianto all’interno dei cantieri Posillipo di Sabaudia. I giudici hanno dichiarato Vito Santo Umbro affetto da postumi inabilitanti permanenti con un’invalidità dell’8% a seguito di malattia professionale. Ha quindi condannato l’Inail a corrispondergli un indennizzo. Il 75enne ha lavorato dal 1979 al 1994 presso i Cantieri Posillipo e dal 1994 al 2012 alle dipendenze di una ditta privata. In entrambi i luoghi sarebbe stato a contatto con fibre e polveri di asbesto.
Nel 2014 aveva presentato denuncia all’INAIL per la malattia professionale. Le prestazioni relative gli erano state però negate. Per questo si era rivolto all’Osservatorio nazionale amianto. In primo grado anche il Tribunale di Latina aveva respinto il ricorso. Ora, finalmente la sentenza positiva. Secondo la Corte di Appello il dipendente è stato esposto all’inalazione di fibre in amianto e ha ritenuto “realistica la sussistenza di un nesso causale tra tale esposizione e la neoplasia polmonare riscontrata nel gennaio 2014”. Per dimostrare il nesso causale l’avvocato dell’uomo, Bonanni, ha depositato le consulenze tecniche ambientali svolte in giudizi analoghi. Così come varie sentenze del Tribunale di Latina e della Corte d Appello di Roma, pronunciate in giudizi promossi da colleghi di lavoro dell’operaio. Da questi secondo i giudici “si ricava la presenza di polveri e fibre di amianto presso i Cantieri Navali Posillipo”.
L’articolo Sabaudia, Esposizione all’amianto, l’Inail lo dovrà risarcire
www.latinaoggi.eu è stato pubblicato il 2023-07-29 21:00:03 da
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