La Procura di Milano aprirà un fascicolo, in prima battuta conoscitivo, senza ipotesi di reato né indagati, e poi valutando la contestazione di manifestazione fascista sulla base della legge Scelba e dopo le identificazioni, sul corteo di ieri sera per il 50esimo anniversario della morte di Sergio Ramelli, a cui hanno preso parte quasi 2mila militanti di estrema destra.
L’iniziativa come sempre si è conclusa con il rito del ‘presente’ e saluti romani.
La Procura si era già opposta alle 23 assoluzioni di altrettanti esponenti di estrema destra, identificati nel corteo del 29 aprile 2019 alla memoria del militante del Fronte della Gioventù ucciso da un commando di Avanguardia Operaia nel ’75.
Quel genere di manifestazioni, in cui cresce di anno in anno il numero di partecipanti (erano 600 nel 2014), hanno “l’intento non solo di commemorare la morte del giovane”, ma anche di “rievocare un rituale tipico del partito fascista” e di “esternare” la “adesione ad un determinato sistema di valori”. Una “condotta”, ha scritto il pm Enrico Pavone, che “assume inquietante rilevanza”.
Sussiste in questo caso, dunque, il “pericolo di ricostituzione del partito fascista“, anche sulla base, secondo la Procura, della sentenza della Cassazione a Sezioni Unite dello scorso anno.
Il servizio di Roberta Di Matteo
0 Comments