Salvini: ‘Serve circoscrivere il reato di tortura’. Cucchi: ‘Non lo permetteremo’ – Notizie

Modificare il reato di tortura. Dotare di taser i poliziotti penitenziari. Dare loro assistenza processuale in caso di indagini a loro carico. Questo il pacchetto carceri presentato dalla Lega durante una conferenza stampa alla Camera. A lanciare per primo l’input è Matteo Salvini: “La polizia penitenziaria è poco presente su giornali e quando c’è viene attaccata perché ‘aguzzini e torturatori'”. Invece, è un mestiere “ricercato” fatto “in condizioni delicatissime”. Anche per questo serve “rivedere, circoscrivere e precisare reato di tortura”.

Immediata la levata di scudi dei parlamentari di opposizione, prima tra tutte la senatrice di Avs Ilaria Cucchi, che annuncia: “Non permetteremo che ci mettano le mani soltanto per pura propaganda politica”. E poi cita “tutte i morti di torture, a partire da quelli della mattanza nell’istituto di Santa Maria Capua Vetere”. Se da Forza Italia, per ora arriva solo un invito a “fare le cose con grande attenzione”, sulle barricate salgono anche Pd, M5s e Più Europa.

“Frasi dettate da un’attitudine autoritaria. Per Salvini al fine di consentire alle forze dell’ordine di fare seriamente il loro lavoro bisogna lasciare mani libere, con buona pace dei principi liberali”, attacca il senatore dem Alfredo Bazoli. E dalla Camera rincara la dose la responsabile giustizia del partito democratico, Debora Serracchiani: “Prima la tortura e poi magari la pena di morte? Il centrodestra faccia i conti con la scheggia impazzita che si ritrova in maggioranza”. “Ormai sappiamo che Salvini proprio non lo sa cosa sia la legalità”, dice da Palazzo Madama la pentastellata Anna Bilotti. Mentre il capogruppo del Movimento alla Camera, Riccardo Ricciardi definisce “scempiaggini” quelle affermate dal vicepremier: “Per migliorare la vita nelle carceri per i detenuti e per gli agenti della polizia penitenziaria serve organico e strutture adeguate”.

Da Più Europa, il segretario Riccardo Magi rimarca come “il reato di tortura, come configurato dalla legge del 2017, risulti già debole e con ampi margini di discrezionalità. Troppo spesso ci troviamo davanti a casi di vere e proprie torture nei confronti di persone che sono in carcere o in stato di fermo. Ma questa è l’Italia che sogna Salvini”, l’affondo. A spiegare la ratio del progetto leghista, direttamente ad una delegazione di agenti di polizia penitenziaria, è il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari: “Avete bisogno di una tutela processuale” affinché la gente non venga più iscritta “nel registro degli indagati come se fosse una macchia, ma si effettuino accertamenti necessari in tempi rapidi quando c’è la presenza di una causa di giustificazione. Cosa – sottolinea – che avviene sempre nello svolgimento del vostro compito”.

Dunque: modifica del reato di tortura, tutela processuale e taser. “Se disciplinato bene, questo strumento può essere valido” in mano agli agenti carcerari, sostiene Ostellari. Durante la conferenza interviene anche Antonio Fellone, responsabile dipartimento carceri e polizia penitenziaria della Lega secondo cui “il 90% degli eventi critici” negli istituti penitenziari “vede protagonisti detenuti stranieri e il Maghreb è il peggiore in assoluto”, “vogliono fare i padroni a casa nostra e noi siamo stanchi. Mandiamoli a casa loro perché a casa nostra non sanno stare”, l’appello lanciato davanti a Salvini. A lui si rivolge anche Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, per ricordare che la tortura è un reato contro l’umanità che trova la sua giustificazione nell’articolo 13 e nelle disposizioni del titolo V della Costituzione: “Chiunque proponga di cancellare o modificare la legge sulla tortura si pone fuori dalla legalità costituzionale”.

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