PALERMO – Le dimissioni sono state presentate solo da qualche ora, ma le scosse di assestamento sono destinate ad arrivare fino in Sicilia.
Il passo indietro dell’ormai ex ministro Gennaro Sangiuliano, ‘costretto’ a lasciare il dicastero della Cultura dopo il ‘caso Boccia’, rischia di rallentare la nomina dei nuovi vertici del Teatro Massimo di Palermo.
Scadenze e nomine
Il consiglio di indirizzo della fondazione di piazza Verdi è scaduto da oltre un mese e finora sono stati nominati solo due componenti su quattro, che si aggiungono al quinto che è di diritto il sindaco Roberto Lagalla. Il governatore Renato Schifani ha scelto l’imprenditrice Marcella Cannariato mentre Roma ha nominato, su indicazione di Comune e Regione, il giornalista Gaspare Borsellino.
All’appello mancano ancora il rappresentante di Palazzo delle Aquile e quello del dicastero, a cui toccherà poi anche la nomina ufficiale del nuovo sovrintendente. La pace tra Lagalla e Schifani in agosto è stata suggellata anche sul Teatro Massimo, cosa che ha fatto rialzare le quotazioni di una conferma dell’uscente Marco Betta (nella foto con l’ex ministro).
La nuova intesa
Un obiettivo che il sindaco considera prioritario e per il quale è pronto a giocarsi il tutto per tutto, anche dentro la coalizione di centrodestra. Il punto è che adesso l’ex rettore dovrà trovare un’intesa con il nuovo ministro, sempre di Fratelli d’Italia, Alessandro Giuli.
E’ probabile però che il neo titolare della Cultura si prenderà qualche giorno, se non di più, per affrontare, appunto, i tanti dossier ereditati, su tutti il G7 che si terrà fra due settimane, facendo scivolare il Massimo nella scala delle priorità.
Giuli dovrà anche ricompattare i meloniani finora divisi fra chi spingeva per la conferma di Betta, in nome della continuità, e chi preferirebbe invece un nome completamente nuovo. FdI aveva chiesto un ruolo per Beatrice Venezi, che potrebbe essere confermato.
livesicilia.it è stato pubblicato il 2024-09-06 20:30:00 da Roberto Immesi
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