TERAMO – “Avere in Italia, e in Abruzzo, una sanità di stampo universalistico è un privilegio enorme. Solo il 2% della gente mondiale può andare a curarsi ovunque a carico dello Stato, sia negli ospedali pubblici che nelle cliniche private. Ma per mantenerlo, questo privilegio, è quello di renderlo sostenibile per le finanze pubbliche”.
Parte da questa premessa, che molti danno per scontata, il liberale doc, Gianni Chiodi, 64enne commercialista, ex presidente della Regione Abruzzo di Forza Italia, dal gennaio 2009 al giugno 2014, ex sindaco di Teramo e appena nominato dall’attuale presidente Marco Marsilio di Fdi, amministratore delegato di Fira, la finanziaria regionale.
Premessa prima di affrontare, nell’intervista ad Abruzzoweb, un tema incandescente, quello del deficit sanitario abruzzese, che ha costretto il centrodestra ad aumentare l’addizionale Irpef, almeno per i redditi oltre i 28.000 euro, al fine di incassare 42,5 milioni di euro necessari a coprire il deficit della sanità schizzato nel 2024 a 180 milioni (di cui 99 milioni coperti comunque con i fondi della Gestione sanitaria accentrata). In una situazione molto delicata, visto che non potrebbero bastare, e si profila anche una manovra aggiuntiva di 18 milioni di euro, come sarebbe emerso nel tavolo di monitoraggio interministeriale del 11 aprile.
Un tema che lui conosce bene, essendo stato anche commissario ad acta ai tempi del commissariamento della sanità, da cui l’Abruzzo è uscito nell’autunno 2016, ma tiene a precisare: “ho smesso di fare il presidente della Regione nel 2014, sono passati 11 anni, e non so, conti alla mano, che cosa è accaduto in questo periodo, quindi è difficile per me dare un giudizio nel merito. Quello che posso dire è che quando un presidente della Regione, un politico, aumenta le tasse, non lo fa mai perché lo vuole, ma perché probabilmente è indispensabile. Sono convinto che l’obiettivo di Marsilio sarà quello di fare delle manovre nell’ambito sanitario per poi tornare a ridurre la pressione fiscale, ritengo insomma che sarà una misura temporanea”.
Chiodi intende dunque sfatare una “falsa notizia”, che molto è circolata in questi mesi, relativamente all’aumento che ci fu nel 2011 dell’addizionale Irpef, e anche ai massimi dell’Irap, quando Chiodi era presidente e commissario.
“Io non ho mai aumentato le tasse, è stato il governo tecnico di Mario Monti ad aver imposto l’incremento, e tutte le entrate non andavano alla Regione Abruzzo, bensì allo Stato, per finanziare il Fondo Sanitario Nazionale. Oggi però vengo citato come il Cerbero della situazione”.
Chiodi invece rivendica il fatto che da commissario, per risanare la sanità, ridimensionò i piccoli ospedali, come quelli Casoli e Gissi in provincia di Chieti, che oggi svolgono funzioni di presidi territoriali di assistenza, molti dediti alla riabilitazione post operatoria. Dopo anni, c’è oggi nel centrodestra, come il conterraneo teramano di Chiodi, e presidente della quinta commissione Sanità, Paolo Gatti, suo ex assessore di Fi, ora in Fratelli d’Italia che vorrebbe, per ottenere risparmi strutturali, ridimensionare altri piccoli ospedali “superstiti”, si presume tra i sei ospedali di base, previsti nella nuova rete ospedaliera approvata a fine 2023, quelli di Ortona, Popoli, Penne, Atri, Giulianova e Sant’Omero, anche se Gatti si guarda bene da dire quali sarebbero i presidi da “attenzionare”.
“Credo che nei prossimi anni – commenta Chiodi – il presidente Massilio metterà in atto delle manovre che riguarderanno anche la configurazione della rete ospedaliera. Io l’ho fatto, e questo l’ho pagato anche in termini elettorali, ma era la scelta giusta e necessaria. Va tenuto conto che i benefici in termini di risparmi economici non si hanno nel brevissimo tempo, dalla sera alla mattina. Quindi non è facile, e io non mi vorrei certo ora mettere nei panni di Marsilio…”.
Tornando al concetto di fondo dal quale era partito: “per mantenere una sanità pubblica universalistica non si può pensare che qualunque sia la spesa, questa debba essere affrontata e coperta, perché appunto è un diritto. Perché così facendo noi non facciamo altro che contribuire al suo sfascio, e perdere questo diritto, e ripeto questo privilegio a livello mondiale”.
L’ultima frecciata Chiodi la riserva all’ex presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, ora deputato Pd, che lo aveva sconfitto alle elezioni del 2014.
“Mi fa tenerezza D’Alfonso, quando vuol far credere che l’uscita da commissariamento sia stato merito suo. Dimenticando che ci sono stati prima di lui anni durissimi di interventi per raggiungere quel risultato. Però questa è una debolezza dell’uomo che secondo me denota anche la sua poca affidabilità sotto il profilo politico, non dico di partito, ma di governo”, conclude D’Alfonso.
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abruzzoweb.it è stato pubblicato il 2025-04-16 07:23:21 da Filippo Tronca
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