“Abbiamo appreso da un gruppo di cittadini e cittadine riuniti in Comitato del progetto di un ‘grattacielo’ al Polo Nord, quartiere popoloso e strategico di Sanremo. Questa area è già densamente costruita e abitata, dove un progetto di grattacielo di 12-15 piani sembra impensabile! Sono evidenti rischi idrogeologici, danni causati da lavori di demolizione e ricostruzione, ulteriore congestionamento per traffico pesante, impatto ambientale e paesaggistico, disagi per gli abitanti e per le strutture esistenti… Dopo la denuncia, assai circostanziata, l’Assessore competente a nome dell’Amministrazione smentisce. Staremo a vedere, le preoccupazioni sono concrete”. Ad intervenire sull’argomento è Daniela Cassini, presidente di ‘Italia Nostra Ponente Ligure’.
“Come Associazione ambientalista – continua Cassini – cogliamo l’occasione del caso sollevato per ribadire in via generale che questo è un esempio di come non si dovrebbe gestire lo sviluppo urbano, una visione superata.
Sanremo è una città che non ha bisogno di altro cemento, già consumata nel suo territorio da speculazioni vecchie e nuove. Bisogna invertire la rotta e impostare la pianificazione su altri criteri e con altri obiettivi.
Bisogna ripensare le priorità della pianificazione urbanistica e dell’organizzazione territoriale invece di continuare a speculare ancora su un territorio come quello ligure e sanremese in particolare, estremamente fragile e in cui è già grave il dato sull’impermeabilizzazione e il consumo di suolo. Infatti il consumo di suolo della Liguria in un range litoranea di 300 metri è del 47%, cioè più del doppio della media italiana (22%).
Nell’agosto 2022 come Italia Nostra Ponente ligure abbiamo recapitato ai Sindaci della Provincia una lettera aperta con un’analisi di questi dati richiamando ad una pianificazione urbanistica responsabile, tesa al benessere della gente e dell’ambiente.
Non possiamo far altro che rinnovare l’appello! Innanzitutto chiediamo prioritariamente interventi di ricucitura e difesa di un territorio troppo fragile davanti ai mutamenti climatici e poi la riorganizzazione della città con più verde, privilegiando la creazione di aree verdi ed attrezzate in ogni spazio venutosi a creare, spazi pubblici di fruibilità per i cittadini, cogliendo tutte le occasioni di recupero di aree degradate o abbandonate per ‘alleggerire e dare respiro’ ai nostri quartieri, non appesantirli ulteriormente.
Un dato emblematico per la nostra Provincia: circa le qualità ambientali di 106 comuni capoluogo italiani esaminati, Imperia si colloca al 97° posto ed è la peggiore tra le città del Nord Italia in particolare per il verde fruibile con performance al di sotto della media nazionale e sta ugualmente male (tra le ultime 10 città) per numero di alberi in aree pubbliche in rapporto agli abitanti. (Report Legambiente Ecosistema Urbano 2024).
La sostenibilità del ‘sistema città’ è data anche e soprattutto dalla presenza della infrastruttura verde: prevenzione del dissesto idrogeologico, limitazione dell’inquinamento acustico e da polveri sottili, attenuazione delle ondate di calore, preservazione e qualificazione del paesaggio, degli scorci urbani, dell’immagine e dell’attrattiva della città. Nel caso del Ponente, c’è anche la continuità con la sua storia botanica di assoluto prestigio.
Per questo speriamo vivamente che progetti come quello evidenziato dalla cittadinanza, con giustificati timori, non abbiano a concretizzarsi, auspicando una nuova mentalità nella gestione e riorganizzazione della città e del territorio. Dalle intenzioni ai fatti!”.
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