SANT’EUSANIO FORCONESE: IDEE STUDENTI INTERNAZIONALI PER RICONNETTERE PAESE, MAP E CASTELLO | Notizie di cronaca

SANT’EUSANIO FORCONESE: IDEE STUDENTI INTERNAZIONALI PER RICONNETTERE PAESE, MAP E CASTELLO | Notizie di cronaca


L’AQUILA – Riconnettere il borgo antico di Sant’Eusanio Forconese, in provincia dell’Aquila, con il villaggio Map realizzato nel post sisma 2009, da destinare a nuovi utilizzi, e con il castello in cima al monte Cerro.

Questo attraverso una “ricucitura urbana” che ha come fulcro la riqualificazione dell’ex scuola, da ripensare come spazio laboratoriale, ad uso sociale e didattico, come mercato contadino con laboratori di trasformazione e orti contigui, come cantina vitivinicola, come struttura a servizio di una pista ciclabile e dell’ecoturismo.

Queste in sintesi le proposte progettuali presentate oggi nella sala conferenze di Fossa, in provincia dell’Aquila prima con una mostra e poi al centro di una tavola rotonda, realizzate dagli studenti universitari della Federico II di Napoli, della Faculté polytechnique di Mons in Belgio, della National technical university di Atene, e dell’École nationale supérieure d’architecture (Ensa) di Parigi-Belleville, che in circa 70 assieme ai loro docenti sono arrivati a L’Aquila nella mattinata mercoledì 19 marzo, e hanno visitato la città, poi questa mattina Sant’Eusanio Forconese e  Fossa, e domani saranno a Casentino, frazione di Sant’Eusanio Forconese, per poi partire per Napoli.

L’iniziativa  è stata resa possibile in virtù di un accordo di collaborazione scientifica siglato nel 2024 dal Comune di Sant’Eusanio Forconese, di cui è sindaco Deborah Visconti, dall’Ufficio speciale ricostruzione comuni del cratere, l’Usrc, di cui è titolare Raffaello Fico, e dal dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, nell’ambito del progetto di didattica “International Living Lab for Building Back Better”, coordinato dal docente della Federico II Giovangiuseppe Vannelli, finanziato dal “Blended intensive programme” di Erasmus+., e nell’ambito anche delle ricerca “Grins – Growing Resilient, Inclusive and Sustainable”  del Partenariato Esteso 9  del Pnrr.

“ Siamo orgogliosi di essere  partner assieme all’Usrc e alla Federico II – ha commentato Deborah Visconti – di un progetto internazionale che ci ha consentito di avere importanti preziosi spunti e idee per ripensare il territorio, connettendo passato e presente, nell’ottica di un futuro possibile, ad opera di giovani studenti di architettura e urbanistica che provengono da altri approcci, culture e sensibilità. Cosa fare del villaggio map, cosa fare della ex scuola, significa decidere cosa fare del nostro futuro”.

Ha commentato a sua volta Raffaello Fico, “oggi abbiamo assistito aduna grande occasione di confronto, di scambio multiculturale a beneficio non solo di Sant’Eusanio Forconese, ma di tutti i comuni del cratere sismico 2009.  E’ importante sapere come venga letta la rigenerazione urbana  post-sismica da studenti che vengono da università straniere, oltre che dalla Federico, per comprendere anche il futuro utilizzo dei villaggi Map, nell’ottica di quella che oggi è la vera priorità, il ripopolamento, l’abitare in maniera stabile l’enorme patrimonio edilizio già ricostruito in questi anni”.

Oltre a Visconti e Fico hanno partecipato alla tavola rotonda il senatore di Fratelli d’Italia Guido Quintino Liris, capogruppo Fdi commissione Bilancio, la Soprintendente archeologia Belle Arti e paesaggio per la provincia dell’Aquila e Teramo, Cristina Collettini,  il sindaco di Fossa Fabrizio Boccabella, i docenti Angela D’Agostino, ‘massa critica’  del GRINS, e Giovangiuseppe Vannelli per la Federico II, Sara Kasri per il Politecnico di Mons, Francois Poubeau, per l’Ensa di Parigi-Belleville. E ancora di Chiara Caporicci e Ilaria Tondi, per l’associazione Casa – cosa accade se abitiamo, di Padova, e di Alessandro Chiappanuvoli per l’associazione Teco territorio e comunità Ets dell’Aquila, di Matteo de Marco e di Federico Eugeni, per l’associazione Viviamolaq, anch’essa con sede nel capoluogo abruzzese.

“Ritengo i lavori presentati dagli studenti siano molto interessanti e utili – ha detto il senatore Liris -, come un esempio di ripensare l’esistente, in una ottica che vada oltre la filosofia del ‘come era e dove era’, nei processi di ricostruzione post sisma. A questo proposito qualche giorno fa abbiamo approvato il disegno di legge quadro sulla ricostruzione, presentato dal ministro Nello Musumeci, anche sulla base del documento che presentammo relativo all’esperienza maturata nella ricostruzione posti sisma 2009 e 2016. il nostro Paese si doterà quindi finalmente di un codice normativo chiaro e univoco, una letteratura di riferimento da utilizzare in caso di catastrofe. Quello che non avevamo dopo i terremoti che hanno colpito i nostri territori, dove errori e best pratiche le abbiamo apprese sulla nostra pelle”.

Ad illustrare le proposte progettuali focalizzare l’attenzione sulle finalità didattiche sono stati i docenti  Francois Poubeau e Giovangiuseppe Vannelli.

“Elemento centrale è stato quello di partite dal nodo nevralgico rappresentato dalla ex scuola – ha spiegato Vannelli -,  per restituire una possibile visione, come modello come approccio progettuale possibile, che hanno puntato, di volta in volta sulla funzione sociale, turistica, legata all’agricoltura, da cui poi può dipendere la nuova destinazione d’uso del villaggio Map, una volta terminata definitivamente la fase emergenziale. In una parola, l’obiettivo è stato quello di comprendere le risorse, i valori, le vulnerabilità del territorio e rilanciare visioni utili ad una ricostruzione fisica e sociale e paesaggistica”.

A sua volta Angela D’Agostino, ha spiegato che “già l’anno scorso siamo venuti qui a Sant’Eusanio Forconese, abbiamo conosciuto, studiato e  misurato le relazioni spaziali e sociali, e abbiamo abbozzato varie ipotesi, in qualche modo desiderabili, utili per altri Comuni del territorio, nella loro idea di base, e che hanno un elemento comune, l’individuazione di un luogo di riconnessione tra il pre-sisma e il post-sisma, tra il paese storico e il villaggio Map, da cui partire per una nuova vocazione, che crea relazioni e comunità”.

 

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