Scappa con il figlio in Romania, mamma condannata per sottrazione d…

JESI – Quella sera lavorava perché fa l’operaio che fa assistenza alle attrezzature ospedaliere e aveva la reperibilità. Quando è tornato a casa il figlio e la compagna non c’erano più. Lei glielo aveva portato via. Era la vigilia di Natale del 2018, l’inizio del calvario per un papà jesino di 54 che da allora vede il figlio a singhiozzo e solo se si reca in Romania. L’uomo aveva denunciato ai carabinieri la sottrazione del figlio. Ieri la donna, 35 anni, romena, è stata condannata dalla giudice Alessandra Alessandroni: due anni di reclusione con la pena sospesa solo se pagherà la provvisionate di 10mila euro all’ex compagno per danni subiti fino ad ora e altri mille euro all’associazione Penelope. Entrambi erano parti civili con gli avvocati Rino Bartera e Federica Guarrella. La giudice ha condannano l’imputata, difesa dall’avvocato Mauro Paolinelli, anche a due anni di sospensione della responsabilità genitoriale. 

Stando alle accuse la ex compagna aveva fatto i bagagli e raggiunto un aeroporto se ne era tornata in Romania con il bambino di entrambi che aveva tre anni. Il compagno l’aveva fatta finire a processo per sottrazione e trattenimento di minore all’estero. In Romania si è mossa per avere l’affido esclusivo sostenendo che l’uomo fosse un violento. Da sei anni la parte offesa vede il figlio, che oggi ha 9 anni, poche volte e solo se lei lo permette. Il giorno che non li ha più travati a casa, figlio e compagna, lei aveva lasciato un biglietto sul tavolo dicendo che raggiungeva il padre malato. Una scusa secondo il 54enne perché aveva preparato tutto per non tornare più. Stando alla donna non ci sarebbe stata nessuna sottrazione perché avrebbe avvisato il suo compagno che tornava in Romania per accudire il padre malato tanto che aveva anche una certificazione medica.