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Il popolo del centrosinistra questa mattina ha riempito Piazza del Bastione per accogliere la visita della segretaria nazionale del Partito democratico Elly Schlein e la presentazione dei candidati spezzini delle liste che sosterranno la corsa alla presidenza della Liguria di Andrea Orlando nella chiamata alle urne del 27 e 28 ottobre.
Un abbraccio fisico, quello che i presenti hanno voluto dare a Orlando, facendolo arrivare a sfiorare le lacrime in apertura e in chiusura del suo intervento: “Questa per me non è una piazza, ma un’autobiografia”, ha esordito, aggiungendo in chiusura “il comizio di questa mattina è sicuramente il più emozionante di tutta la mia vita. Vinceremo, oggi ne sono convinto!”.
Nella giornata in cui i candidati spezzini delle liste che lo sostengono sono saliti tutti sullo stesso palco, Orlando ha pubblicato online il programma al quale da Piazza del Bastione si è più volte fatto cenno, ricordando di averlo stilato insieme a migliaia di Liguri che hanno inviato i loro contributi e partecipato alle cinque tappe di Sanremo, Savona, La Spezia, Lavagna e Genova e che rimarrà aperto a nuove proposte sino all’ultimo giorno prima del voto.
“Noi abbiamo un progetto per il futuro di questa regione – ha dichiarato Schlein – dall’altra parte non lo vediamo: mi pare siano più avvezzi agli insulti che alle proposte. Ma noi andiamo avanti con la tutela della salute delle persone e la difesa della sanità pubblica, che destra sta smantellando, con la reindustrializzazione di un territorio che ha dato tanto al Paese e ancora può dare, con un cambiamento rispetto al modello di gestione del potere esercitato nell’interesse dei pochi, invece che per il bene collettivo”.
Sempre sul programma, questa volta nelle parole pronunciate dal palco da Orlando: “Loro sono concentrati a contestare le nostre idee, ma non fanno uno straccio di proposta. Ma fatevelo un belin di programma – ha tuonato scatenando le risate del pubblico – c’è l’intelligenza artificiale se occorre, oppure ve lo fate dare da Toti e cambiate le date, tanto siete gli stessi di prima”.
“Con la candidatura di Bucci, Toti ha deciso di non dimettersi”, aveva detto Schlein poco prima, insistendo sul tasto della continuità rispetto ai nove anni di governo Toti, finiti bruscamente per l’inchiesta che lo ha visto colpito da accuse di corruzione e falso.
Prima dei due leader, come detto, sul palco si sono presentati tutti i candidati per la provincia spezzina al consiglio regionale, con un breve intervento da parte di un rappresentante per ognuna delle sei liste: Liguria a testa alta, Andrea Orlando presidente, Patto civico riformista, Pd, Movimento cinque stelle e Alleanza verdi e sinistra.
Hanno parlato di sostegno dei territori fragili, sia quelli costieri che dell’entroterra, della volontà di cambiare il modello di governo, dei valori ritrovati nella candidatura e nella richiesta di sostegno a Orlando, di una sanità genovacentrica e sempre più in difficoltà, di una fiducia nella possibilità di ritornare a governare, ma anche della consapevolezza di dover convincere ancora molte persone a recarsi alle urne a fine ottobre per quello che è stato definito “un referendum per ottenere una Liguria che sia dei tanti per tutti, e non più dei pochi”. E poi ambiente, con un maggiore sviluppo delle rinnovabili e una legge per lo stop al consumo di suolo da emanare entro i primi 100 giorni dall’auspicata vittoria elettorale, ma anche tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, oltre al richiamo al senso delle istituzioni e alla Costituzione, in contrapposizione alle contestazioni che la magistratura ha fatto ai vertici della Liguria totiana nei mesi scorsi.

“Orlando è il miglior candidato possibile per la credibilità e per come si è sempre messo al servizio di valori comuni con rigore, competenza ed etica pubblica”, ha detto la segretaria dem per scavare un solco tra il candidato del centrodestra e i principali avversari.
“Noi siamo per la difesa della sanità pubblica dalla privatizzazione. State attenti: quella della destra non è sciatteria, è un disegno. Loro, tanto a livello locale quanto a livello nazionale, non credono nella sanità pubblica, ma non cambiano le leggi: tagliano le risorse, così si svuotano i reparti e si arriva a dover attendere 430 giorni per una colonscopia. E così chi ha i soldi si rivolge al privato, chi non li ha non si cura. La sanità non era perfetta nemmeno prima di questo centrodestra, ma ora dobbiamo riprenderla in mano e rafforzarla”.
Oltre al diritto alla salute Schlein ha parlato di diritto allo studio, di lotta alla discriminazione, di salario minimo.
“La destra parla di immigrazione e non vede l’emigrazione dei nostri giovani che dopo gli studi vanno all’estero. Prosegue con la retorica della famiglia tradizionale, come se ce ne fosse una sola di famiglia possibile. Senza contare che nessuno di loro ha una famiglia come quella che sbandierano. Dobbiamo combattere contro la destra ma anche contro il disinteresse verso la politica: la metà degli italiani non ha votato alle Europee, dobbiamo invertire questo trend. Dobbiamo ricostruire la sinistra e far valere la forza delle idee. Non siamo come loro, non siamo tutti uguali: per loro il successo si fa sulla pelle degli altri, per il successo si raggiunge solo insieme”, ha concluso.

“Volevamo fare la presentazione in un bar come ha fatto Salvini, ma mi sa che non ci stavamo”, ha esordito Orlando con una battuta e una frecciata al leader della Lega, passato dalla Spezia venerdì pomeriggio.
Commosso dopo il saluto alla famiglia e agli amici, Orlando ha citato i capisaldi della sinistra spezzina, ormai scomparsi: Giacché, Bertone, Antoni, Giannarelli… poi ha allargato lo sguardo alla Liguria, ricordando il contributo che questa terra ha dato all’Italia, con Mazzini Garibaldi, Taviani, Natta, Pertini.
Dopo la presentazione di alcuni punti del programma nella prima parte dell’evento da parte dei candidati, l’ex ministro spezzino ha portato i riflettori sui temi del sociale, dando forma alla Liguria che intende costruire: “Ma questa è anche la regione del vicepresidente Piana che va avanti a mettere firme sull’autonomia differenziata insieme al ministro Calderoli. Noi diciamo no a questo piano di distruzione dell’unità di servizi come la scuola e la sanità. Dividere l’Italia significa combattere l’interesse dei liguri, visto che abbiamo l’età media più alta e un sistema sanitario in affanno. Bucci lo vuole dire qualcosa in merito o si occupa solo di stradale e viadotti? La Manovra del governo Meloni colpirà gli strati più deboli, tagliando le pensioni e aumentando le accise, che un tempo diceva che avrebbe eliminato… Se tutto questo andrà avanti sospenderemo per un giorno la campagna elettorale e andremo a Roma a protestare”.
Orlando ha poi enunciato tre principi sui quali baserà la sua azione politica in Liguria. “Il primo è che non c’è prosperità se il benessere non è condiviso: la povertà non è una colpa ma un fallimento di tutti. Il secondo è che non c’è libertà vera e piena se non è per tutti: dobbiamo lottare contro ogni forma di discriminazione, lavorando per una società che sia fondata sul rispetto e non sull’odio. E infine dove c’è corruzione e mafia non c’è democrazia. Noi abbiamo deciso di non ricevere risorse per la campagna elettorale dagli imprenditori della sanità privata e dai concessionari pubblici: sono tutte persone per bene, ma non vogliamo ingenerare fraintendimenti. Le risorse che abbiamo raccolto sono tutte sotto una certa soglia e sono tutte tracciabili. Chi ci ha sostenuto avrà qualcosa in ritorno? No”.
Dopo il richiamo alla trasparenza e alla separazione tra politica e affari, il candidato del centrosinistra ha toccato un punto caro al centrodestra, quello dei trasporti: “In dieci anni sono diminuiti gli aerei che scalano a Genova e si sono dimezzati i treni che vanno a Roma. Noi siamo per un turismo che stia qua, che viva la nostra terra con più calma, e non che scenda dalla nave col cibo nello zaino. Non vogliamo fermare la realizzazione di strutture per il turismo, ma siamo per bloccare speculazioni come quella che si voleva fare sulla Palmaria”.
“E’ stato messo in atto un piano scientifico per la destrutturazione della sanità pubblica a favore dei privati. Se manca l’acqua in alcuni reparti, se crollano i soffitti, è logico che anche i medici decidano di andare a lavorare nel privato. È il mercato, ma la salute non può essere sul mercato. Ci sono tantissimi liguri che non si curano: non sappiamo quanti sono, se ne vanno da soli, in silenzio. Una cosa però ve la so dire: se sarò eletto farò l’ospedale del Felettino. E lavorerò per politiche per la casa, un bene ormai inaccessibile per tanti e un ostacolo al diritto allo studio per i figli di tante famiglie che non sono benestanti e che non possono pagare l’alloggio per gli studi universitari. Non parliamo solo di ponti e strade, che sono importanti. Noi parliamo di vita. E ricordiamo a Bucci che c’è vita anche oltre il Bracco. La Liguria non è solo Genova. La Liguria che vuole costruire andrà contro interessi del nostro territorio, basta pensare al porto… Noi abbiamo in mente meno tappeti rossi e meno pestelli, ma nei miei anni a Roma ho messo la firma su provvedimenti come la legge navale che ha dato commesse a Fincantieri, sulla ripresa del finanziamento della Pontremolese, sullo stanziamento delle del Pnrr per la Liguria…”.
Prima di concludere Orlando ha citato un episodio del 2020, quando lo Spezia calcio aveva guadagnato la Serie A ma non aveva uno stadio adeguato e si stava valutando l’ipotesi di giocare le partite in casa a Cesena. Ma il questore della città romagnola non concedeva il suo assenso. Su richiesta del sindaco Pierluigi Peracchini Orlando si interessò alla questione e contattò il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese per capire cosa si potesse fare. “Una volta risolta la questione contattati nuovamente il sindaco, che mi chiese se il giorno seguente avrebbe potuto fare un ringraziamento pubblico anche nei miei confronti. Gli dissi di sì, che mi ero interessato volentieri per la mia città. Il giorno dopo, però, sui giornali non c’era niente: solo il sindaco che diceva che la situazione era stata risolta grazie a lui… Questo è il senso delle istituzioni che hanno in questa destra…”.
Concludendo Orlando ha condannato la proposta di classi differenziate di cui si era parlato nei mesi scorsi: “E’ una roba nazista. Da parte mia posso dire che una delle più grandi fortune che ho avuto è stata quella di frequentare la scuola Giovanni Pagani: si sperimentava l’inclusione dei ragazzi diversamente abili e tre volte alla settimana andavamo a Gaggiola. Posso dire che la fortuna di quegli incontri e delle amicizie che scaturirono è stata mia non loro. Le differenze fanno crescere, non bisogna averne paura. Dicono che questi ragazzi fanno rimanere indietro col programma i compagni di classe: beh, io non ricordo il programma di quegli anni di scuola, ma queste esperienze sì. Per questo ricordo e ringrazio chi le volle proporre: Pietro Cavallini. Ed è questa l’idea con cui vogliamo governare la Liguria, rendendola una terra dove ci sia inclusione. Non stiamo decidendo tra centrodestra e centrosinistra ma tra democrazia e oligarchia: le istituzioni non si mettono in ginocchio davanti a nessuno. Vogliamo inaugurare una stagione di partecipazione, che non è contrario di decidere ma è decidere dopo avere ascoltato. Non vogliamo solo governare, ma costruire un’idea diversa di società e di Liguria. Diciamolo ai tanti che non vanno a votare, diciamolo anche a quelli che abbiamo deluso, ascoltiamo le loro ragioni: è da lì che riparte la democrazia”.
www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-10-06 23:44:02 da


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