Sulla sanità si profila una nuova iniziativa comune di tutte le opposizioni, come avvenuto sul salario minimo, che potrebbe tradursi inizialmente in una proposta di legge, e poi in emendamenti alla legge di bilancio. Questa volta riuscendo a coinvolgere anche Italia viva. Una sfida alla maggioranza che invece proprio sulla manovra è ancora lontana dall’accordo. E la segretaria Dem Elly Schlein replica alla premier Meloni che aveva accusato le opposizioni di “gufare”: “dopo un anno si ritrova con un pugno di mosche in mano”, ma “gli italiani non abboccano”.
Alla “piazza”, chiamata da Schlein domenica in difesa della sanità pubblica, ha corrisposto sul piano politico l’iniziativa della responsabile Sanità del Pd, Marina Sereni che nei giorni scorsi si è confrontata con esponenti degli altri partiti d’opposizione, da Mariolina Castellone di M5s ai capigruppo di Avs Luana Zanella e Peppe De Cristofaro, per vedere oggi i propri omologhi di Azione Alessio D’Amato e Walter Ricciardi.
Sul piano nel metodo non c’è coincidenza di vedute: Carlo Calenda, a margine dell’odierno incontro, ha detto di non condividere il richiamo alla piazza dei Dem, compresa la partecipazione alla manifestazione della Cgil del 7 ottobre: “sono iniziative rituali che non risolvono i problemi”. Tuttavia sul piano dei contenuti è emersa nei diversi incontri una forte condivisione tra tutte le opposizioni.
Sereni ha indicato quattro punti sui quali già la prossima settimana potrebbe esserci un incontro collegiale di tutte le opposizioni: “il rifinanziamento del Fondo sanitario nazionale; la questione urgentissima del personale sanitario, sia con un aumento del loro numero che con un aumento delle retribuzioni; il tema delle liste d’attesa, su cui c’è una sensibilità delle cittadine e dei cittadini; il potenziamento della medicina territoriale utilizzando a pieno le risorse del Pnrr”. Anche D’Amato, al termine del faccia a faccia, ha indicato le stesse priorità, avanzando delle proposte più dettagliate da parte di Azione sull’abbattimento delle liste d’attesa, sul personale sanitario e sull’innalzamento del Fondo sanitario nazionale sino al 7% del Pil.
Il modello è ripetere quanto avvenuto a giugno sul salario minimo, per il quale al termine di una serie di incontri fu poi presentata una pdl comune il 30 giugno che ha “stanato” il governo. Se sulla sanità si giungerà a una proposta di legge comune o ad emendamenti alla manovra, è ancora presto da dire. Politicamente è rilevante un idem-sentire di tutte le opposizioni sulla sanità e sulla manovra, la più politica di tutte le leggi. Ci starà questa volta anche Iv? Calenda ha chiesto al Pd di coinvolgere gli ex alleati, e i Dem un abboccamento con gli scherpa di Matteo Renzi lo hanno già avuto.
L’ex premier deve ora fare una scelta politica. Intanto Elly Schlein si è fatta interprete dei malumori di un po’ tutte le opposizioni attaccate da Meloni, che le ha accusate di “brindare” per la flessione del Pil: “Siccome Giorgia Meloni è tornata dal partito di cui è capa assoluta dopo un anno di governo con un pugno di mosche in mano”, eccola “cercare un nemico al giorno” con cui però “non riuscirà ad aiutare gli italiani”. Insomma, chiosa Schlein, Meloni “può strappare un applauso ai suoi fedelissimi ma gli italiani non abboccano: basta chiedere a uno di loro se sta meglio o peggio di un anno fa”.
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www.ansa.it è stato pubblicato il 2023-09-12 20:02:53 da
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