“La realtà è che sono minacciato e non ho più tempo né scuse. Se scoppia la bomba sono rovinato a vita: anche la Juve mi ha detto oggi così”. Quello di Nicolò Fagioli è uno sfogo carico di angoscia che il 24 aprile 2023, rovescia in chat con chi gli sta offrendo aiuto e un contratto presso una nuova società di agenti.
Parole che gettano luce ulteriore, sull’immagine diventata – ormai da mesi – il simbolo del calvario che ha attraversato il centrocampista ora alla Fiorentina.
Solo una settimana prima, il 16 aprile, l’Italia del calcio era rimasta stupita davanti al pianto a dirotto della promessa bianconera dall’avvenire luminoso. Dopo un’errore decisivo contro il Sassuolo e conseguente sostituzione.
Dalle conversazioni con manager e amici che emergono adesso, nel filone milanese dell’inchiesta su calciatori e scommesse, si coglie tutto l’abisso in cui il gioco può trascinare chiunque. Anche un giovane campione.
Sono 2 milioni e 800mila euro ii debiti accumulati da Fagioli e un soggetto romano, dietro il nickname Nelly, ancora non identificato dagli inquirenti lancia minacce sempre più pressanti al calciatore: “Ti faccio smettere, di faccio mettere a fare il muratore” gli scrive. “Questi di avvocati o di altro non ne vogliono sapere – si sfoga in un’altra chat Fagioli – Vogliono i soldi”.
Spaccati che emergono da un’indagine in cui sono coinvolti altri calciatori di serie A e in cui, più volte, si fa riferimento a una frequentazione, con il mondo delle scommesse anche su siti illegali, ampiamente diffusa. Così come le partite, secondo le accuse, su siti di poker inibiti dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli, ma talvolta a poker si giocava anche in Nazionale e malgrado le performance non esaltanti degli ultimi anni. Come nelle foto che mostrano anche il capitano del Toro, Samuele Ricci, durante un ritiro della Nazionale under 21, con in mano delle fiches.
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