La scuola come presidio, come identità, come opportunità. Nei paesi di montagna da sempre la scuola ha svolto un ruolo sociale e la progressiva chiusura di plessi scolastici, alla quale si è assistito negli ultimi anni, ha privato la comunità del suo cuore pulsante.
Scuola in montagna: presidio identitario e culturale
Uncem, nel suo ruolo di “sindacato” degli enti montani, e insieme punto di riferimento culturale, ha portato la questione sui tavoli istituzionali, richiamando gli enti superiori a un’assunzione di responsabilità, non senza evidenziare come la scuola non sia un problema in sé ma parte di esso. In quanto servizio essenziale, al pari della sanità, la scuola è un tassello.
Tiziano Maffezzini, presidente della delegazione regionale lombarda dell’associazione che unisce tutti gli enti montani italiani, ha inserito la scuola fra i temi prioritari per il 2024:
“La questione è seria e di stretta attualità: abbiamo evidenziato la necessità di salvaguardare e potenziare le scuole nei Comuni montani. Ogni valle deve poter definire con gli Uffici scolastici formule riorganizzative moderne e per adeguare vecchi edifici a nuovi standard di qualità dell’insegnamento”.
Uncem chiede di garantire i servizi in montagna
Lo sforzo compiuto da piccole amministrazioni per garantire ai propri cittadini spazi moderni e funzionali è notevole, ma molti hanno dovuto riconvertire gli edifici scolastici ormai vuoti in sedi per le associazioni, in luoghi in cui offrire servizi e opportunità a bambini e ragazzi.
Prosegue il presidente Maffezzini:
“La scuola rappresenta un valore per una comunità e ci siamo impegnati per chiedere deroghe ai parametri fissati a livello nazionale basati sui numeri che non tengono conto di realtà peculiari quali sono i paesi di montagna. Abbiamo riqualificato e ammodernato gli edifici scolastici, ne abbiamo costruiti di nuovi quando è stato necessario, ma spesso non basta, perché per trattenere le famiglie, per fare in modo che scelgano di realizzare il loro progetto di vita in un paese di montagna devono poter contare su un più ampio spettro di servizi, su attività commerciali e opportunità lavorative”.
Obiettivo per la montagna: essere attrattiva
La questione scuola non può quindi essere analizzata da sola, ma inserita in un contesto più ampio, che comprende bisogni da soddisfare e desideri da realizzare. La tranquillità, la sicurezza, la natura sono elementi in grado di orientare le scelte delle famiglie, poiché i loro figli trovano l’ambiente ideale nel quale crescere, ma serve anche altro. La desertificazione commerciale si può arginare consentendo l’apertura di negozi polivalenti, partendo da incentivi fiscali che rendano sostenibili attività con un giro di affari comunque limitato. Una rete di trasporti che consenta di raggiungere il posto di lavoro o, meglio, la possibilità del telelavoro concessa in maniera privilegiata a chi risiede nei paesi montani, in presenza però di infrastrutture tecnologiche all’avanguardia spesso carenti.
Trattenere chi nei paesi di montagna è nato e incentivare il trasferimento di chi lascia i grandi centri urbani alla ricerca del benessere vanno di pari passo: l’obiettivo per la montagna rimane quello di essere attrattiva.
primapavia.it è stato pubblicato il 2024-05-29 10:03:06 da Prima Pavia
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