Selvaggia Lucarelli racconta “Il vaso di Pandoro. Ascesa e caduta dei Ferragnez” alla Paper Fest

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28 Comments

  1. analisi molto lucida ed interessante per chi come me non li seguiva e quindi conosceva poco delle loro faccende… se ne conclude purtroppo che siamo messi piuttosto male quanto a giornalismo e ad opinione pubblica (ed a "sinistra" perchè il fatto che sia stata considerata paladina di alcune battaglie è allucinante)

  2. Retorica spiccia da centeo sociale bolognese… ho sentito meno qualunquismi sotto i portici di bologna… se siete invidiosi dei ricchi non li guardate , ricordate che i soldi che spendono vanno sotto forma di tasse a finanziare i nostri servzi

  3. Io penso che parlare dei casi degli altri è sempre sbagliato scriverci un libro poi dimostra la cattiveria che si ha negli affari altrui e godere delle disfatte. La vita a volte è un boomerang e accade che persone si suicidano x cosa si dice giuste o sbagliate che siano….. meglio rispettare la privacy altrui…

  4. C’è un unico problema che vedo che…non è mai stato detto che seguire o ancora di piu avere Instagram è una scelta…quindi che loro sfoggino o meno la loro ricchezza, per quanto sia volgare e inopportuno, ma secondo me i pochi intelligenti che li seguono sono ancora più colpevoli….comunque poi per il discorso generale, a parte l’accanimento inutile sulla coppia in questione, mi sa che regge il tutto

  5. La signora caroline smith che stimo moltissimo ha detto che ha altro da fare che leggere i libri di selvaggia lucarelli sono completamente d'accordo sono libri inutili banali ovvi scontati di pessimo livello culturale e artistico certo non si creda di essere al livello di Alessandro Manzoni e di ernest hemingway ah ah ah

  6. Concordo su molte cose, ma non sulla questione “giornalista si giornalista no – Giornalista è chi giornalista fa” perché domani io posso, a questo punto, dire di essere medico perché consiglio farmaci a mio marito e magari il farmaco lo azzecco. Non diciamo eresie, x cortesia…
    Sei giornalista se hai anche le cosiddette “carte” in regola.