GROSSETO. La guardia costiera di Porto Santo Stefano ha individuato e sequestrato circa 700 trappole in pvc, per catturare illegalmente i polpi. Un intervento alla fine di una complessa operazione di polizia marittima, condotta con l’impiego di mezzi navali specializzati e personale altamente qualificato.
Le trappole, vasi in pvc, erano posizionate abusivamente nel tratto di mare tra Porto Santo Stefano e Talamone.
L’attività investigativa, svolta nell’ambito delle attività di controllo sulla filiera della pesca, è affidata dalla normativa vigente alla direzione e al coordinamento delle capitanerie di porto, e si è concentrata nuovamente lungo la costa dell’Argentario, per arginare il rischio del sfruttamento illegale del pregiato cefalopode.
I militari del circondario di Porto Santo Stefano, sotto il coordinamento del centro di controllo area pesca della direzione marittima di Livorno, dopo aver portato a termine l’attività investigativa hanno eseguito una minuziosa ricognizione dell’area di mare interessata, con il preciso scopo di individuare la presenza delle trappole abusive.
In zona era presente anche la nave Cp 920 “Bruno Gregoretti”, unità d’altura della guardia costiera italiana specializzata nelle attività di controllo della pesca e tutela dell’ambiente marino che, congiuntamente alle motovedette di polizia marittima dell’intero circondario di Porto Santo Stefano, ha individuato e recuperato gli strumenti di pesca illegali.
Inoltre, i militari hanno messo sotto sequestro attrezzi non conformi perché erano senza la corretta identificazione e marcatura, che consente di risalire al proprietario. Poi è stato accertato che un pescatore professionale della marineria di Porto Santo Stefano aveva calato sul fondo del mare un numero di trappole superiore rispetto al limite massimo stabilito dalla normativa vigente.
I polpi rinvenuti all’interno delle trappole sono stati immediatamente rigettati in mare mentre i barattoli in pvc saranno sottoposti a confisca. Erogate multe e sanzioni per svariate migliaia di euro.
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