Serena Mollicone, la difesa dei Mottola: “Sul corpo non c’erano segni di colluttazione”

Serena Mollicone, la difesa dei Mottola: “Sul corpo non c’erano segni di colluttazione”


Serena Mollicone, la ragazza di Arce uccisa nel 2001, sul corpo “non aveva segni di colluttazione” e nemmeno segni di “afferramento o sollevamento”. Lo ha spiegato il consulente della difesa della famiglia Mottola, Giorgio Bolino, durante l’udienza del processo di secondo grado in corso oggi davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma per la morte della studentessa scomparsa l’1 giugno del 2001 da Arce e ritrovata cadavere due giorni dopo, il 3 giugno, in località fonte Cupa a Fontana Liri, nel Frusinate. Secondo la difesa la ragazza sarebbe morta per asfissia dopo essere stata tramortita. “Mollicone ha subito il colpo finendo a terra e il suo aguzzino l’ha poi soffocata – ha spiegato in aula -. Il tutto sarebbe avvenuto in 30 minuti”.

Per la morte della giovane sono imputati – per accuse che vanno, a seconda delle posizioni, dall’omicidio al favoreggiamento – Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, il figlio Marco Mottola, presenti in aula, e la moglie Anna Maria. Insieme a questi, tra gli accusati, anche i carabinieri Francesco Suprano e Vincenzo Quatrale, quest’ultimo per l’istigazione al suicidio di Santino Tuzi, morto suicida poco dopo aver raccontato agli investigatori dettagli importanti ai fini dell’indagine. I 5 imputati oggi a processo nella Capitale sono stati assolti nel luglio del 2022 dal tribunale di Cassino.

L’articolo Serena Mollicone, la difesa dei Mottola: “Sul corpo non c’erano segni di colluttazione”
roma.repubblica.it è stato pubblicato il 2023-12-14 14:40:30 da [email protected] (Redazione Repubblica.it)


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