Continua il braccio di ferro tra Bologna e Roma a proposito del ruolo del commissario per la ricostruzione post alluvione. Niente da fare per de Pascale, già pacificato sul fatto che non sarà lui a vestire i panni del commissario, ma resta viva invece la discussione su chi sarà nominato. Sembrava cosa fatta per il generale Mauro d’Ubaldi, ma l’edizione odierna di Repubblica scrive che il ministro della Difesa Guido Crosetto vorrebbe tenerlo a Roma per assegnargli il comando della logistica dell’esercito.
Un nome nuovo, sempre in divisa, è quello del generale Maurizio Riccò. Un’altra ipotesi, decisamente più gradita a viale Aldo Moro, è quella di Fabrizio Curcio, nome ipotizzato dal Corriere di Bologna. Curcio, ex capo della protezione civile e al momento numero uno del Dipartimento dell’amministrazione generale al Mef, ha già lavorato in Emilia con il terremoto del 2012. La nomina però dovrebbe slittare al nuovo anno, visto che non sembrano previste ulteriori riunioni del consiglio dei ministri nonostante una voce che ipotizzasse un tavolo last minute per il 30 dicembre.
De Pascale tuona, intanto, durante il discorso di fine anno che si è tenuto in Regione: «Se non avremo rassicurazioni su un cambio di schema di gioco e sulle competenze tecniche, non potremo che dare un parere negativo. Non capisco perché insistere sulla scelta di un militare» dice riferendosi alla poca collaborazione che sta trovando da Palazzo Chigi. «Mi unisco alla richiesta che aveva fatto in campagna elettorale Elena Ugolini: almeno nominiamo un tecnico della materia se non il presidente della Regione. Una persona che se ne intenda di protezione civile, ricostruzioni, opere idrauliche, idrogeologiche. Se c’è condivisione, anche le responsabilità sono condivise. Non può essere che il governo decide e poi la responsabilità è di tutti».
ALLUVIONE, UN BILANCIO SUL LAVORO DI FIGLIUOLO E DELLA STRUTTURA COMMISSARIALE
Il governatore, intanto, ha visitato alcune delle aree più colpite dalle alluvioni nel territorio metropolitano di Bologna: Pianoro, Val di Zena, Botteghino di Zocca, San Lazzaro di Savena e la frazione di Farneto. E poi un’altra richiesta al governo in relazione alle grandi opere da realizzare: «Sarà molto difficile realizzarle se non cambia radicalmente lo schema di gioco. Servono nuove assunzioni e lavorare in deroga». Su quest’ultimo punto è d’accordo anche il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, di centrodestra: «Più dei soldi, ancora prima dei ristori, qualsiasi cittadino dell’Emilia-Romagna chiede che il proprio territorio sia messo in sicurezza in maniera urgentissima» dice a Repubblica. «Servono procedure in deroga, più rapide, perché per le famiglie che abitano nelle zone a rischio è un incubo a ogni goccia di pioggia. Serve agilità, credo che la rapidità sia fondamentale. È un ragionamento che ho fatto anche con il governo, anche se non mi permetto di interferire con le loro scelte», conclude Zattini.
www.ilpiacenza.it è stato pubblicato il 2024-12-28 13:16:39 da
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