”Sono un carabiniere, è successa una cosa grave, deve venire in caserma”: tentativo di truffa telefonica nell’albenganese

”Sono un carabiniere, è successa una cosa grave, deve venire in caserma”: tentativo di truffa telefonica nell’albenganese



Albenga. “E’ successa una cosa grave, deve venire in caserma“. Peccato che all’altro capo della linea non ci fosse un carabiniere bensì, presumibilmente, un truffatore. L’episodio si è verificato ieri, martedì 26 marzo, quando nella casa di un’anziana che vive con la badante convivente in una frazione di Albenga è arrivata al numero fisso una strana telefonata.

Un uomo si è qualificato come carabiniere e ha chiesto (per nome e cognome) dell’anziana. La badante che ha risposto al telefono ha raccontato che l’uomo, un po’ agitato, le ha detto che era successo qualcosa di grave e di andare in caserma. Dopo che la badante ha affermato di essere la nipote, però, l’uomo ha riattaccato. Il copione si è ripetuto pressoché identico ieri sera, e ancora questa mattina.

Alla terza chiamata simile la badante, allarmata, ha avvisato il nipote, che si è subito rivolto ai carabinieri per chiedere le motivazioni della telefonata. Scoprendo così che i militari non avevano mai chiamato la donna. Il sospetto inevitabile è che l’individuo abbia tentato, con la telefonata, di far uscire la donna per poi tranquillamente entrare in casa e derubarla, oppure che si sia trattato di un “controllo” per verificare che la donna fosse sola, in modo da tentare una truffa.

L’avvertimento, in casi simili, è sempre lo stesso: chi dovesse essere contattato (al telefono o alla porta) da qualcuno che si qualifica come esponente delle forze dell’ordine, prima di qualsiasi altra mossa faccia una telefonata per verificare. i morti di truffe sono generalmente persone anziane e indifese: fondamentale quindi metterle in guardia.

Un episodio analogo si è verificato nella giornata di oggi anche a Loano: in questo caso è stata segnalata una truffa telefonica in cui finti carabinieri avrebbero chiesto il numero di telefono del figlio della vittima, sostenendo che fosse rimasto coinvolto in un incidente. L’intento, probabilmente, era quello di tenere occupati i due numeri per perpetrare un furto impedendo alla vittima di avvisare qualcuno.





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