RUBIERA (Reggio Emilia) – I lavori di taglio degli alberi nell’alveo del fiume Secchia, fra Rubiera, Modena e Campogalliano, sono stati fermati a tempo indeterminato a partire dal 29 agosto scorso.
Dopo le proteste di un comitato nato a difesa del parco fluviale l’Ente Parchi Emilia Centrale ha decretato uno stop, con ordine di servizio di Aipo all’impresa esecutrice dei lavori, in attesa di verifiche tecniche, d’intesa con la Regione – dice un comunicato – “sull’entità degli interventi sinora realizzati rispetto al progetto autorizzato”. Tradotto: va verificato se il taglio del bosco spontaneo nato dentro il fiume sia andato oltre il necessario.
A chiederlo è anche, con un’interrogazione alla giunta, la consigliera regionale Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde, che pone interrogativi pure sulla tutela della fauna, le nuove piantumazioni a compensazione di quanto si è perso, il piano di comunicazione, i monitoraggi prima e in corso d’opera. Dubbi sollevati anche dal sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro. I lavori appaltati da Aipo per un ammontare di 27 milioni di euro, in parte finanziati con fondi Pnrr, sono finalizzati ad aumentare la capacità di contenimento delle piene del Secchia nell’invaso realizzato nel 1979, posto in parte nell’alveo, tramite una diga, e in parte in casse di espansione sulla sponda sinistra. L’obiettivo è di rimuovere in alveo i sedimenti accumulati, su cui è nata nei decenni l’area boschiva, di alzare gli argini delle casse di espansione, e di ampliarle.
Il comitato “difendiamo il parco” parla di tagli selvaggi e ingiustificati, con abbattimento di migliaia di alberi, che ha trasformato il paesaggio boschivo in una landa desolata. Aipo ribatte che l’intervento è necessario per aumentare la sicurezza idraulica dei territori a valle e che quando le opere saranno concluse saranno superate le attuali incomprensioni. Intanto, però, la polemica si infiamma.
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