Sparo di Rosazza, niente patteggiamento per Pozzolo. “Pronto a pagare la sanzione per alcuni reati”


Sarà il 20 novembre, con ogni probabilità, la data decisiva per capire se per il parlamentare di Fratelli d’Italia, Emanuele Pozzolo, deve andare a processo per lo sparo di Capodanno a Rosazza, in provincia di Biella. La prima udienza preliminare, che si è tenuta mercoledì 9 ottobre, si è chiusa con un rinvio e con la decisione di non procedere con il patteggiamento per la detenzione di una pistola da collezione, che non poteva avere con sé, e di proiettili che, secondo la procura di Biella, sono considerati da guerra. Il deputato, secondo quanto reso noto dalla procura di Biella, avrebbe detto di essere pronto a pagare una sanzione (la cosiddetta oblazione) per i reati di accensioni ed esplosioni pericolose e omessa custodia di armi. Nel corso dell’udienza preliminare, si legge nel comunicato della procura di Biella, “è stata domandata l’oblazione, con relativa ammissione”.

Il risarcimento

L’accordo di risarcimento con il ferito Luca Campana, genero del caposcorta del sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha tolto dalle imputazioni l’accusa di lesioni. Restano in piedi le accuse di omessa custodia di armi e di accensioni ed esplosioni pericolose, per cui l’avvocato di Pozzolo, Andrea Corsaro, ha chiesto il non luogo a procedere, il reato di porto illegale in luogo pubblico della pistola da cui è partito il colpo detenuta esclusivamente in regime di “Licenza da collezione”, su cui la discussione sarà fatta il 20 novembre, e il reato di utilizzo di cartucce “espansive”: solo per quest’ultimo la giudice per l’udienza preliminare ha chiesto al pm di riformulare il capo di imputazione, richiesta accolta dalla procura: “All’esito della discussione, su richiesta del Gup, il pm ha proceduto alla modificazione del capo 5 (cioè quello sull’imputazione per porto illegale di munizionamento “ad espansione”, ndr), espungendo il riferimento all’art. 7 della Legge n. 895/1967 (in quanto riferito solo alle armi comuni da sparo e non anche al munizionamento), così mantenendo la più grave qualificazione del solo art. 4 della Legge n. 895/1967, già contestato da quest’ufficio, con conseguente aggravamento della cornice edittale”.

La cronaca della giornata

Pozzolo è arrivato alle 15.30, insieme al legale Andrea Corsaro, il passo veloce a bruciare i cronisti in attesa. L’onorevole di FdI ha partecipato all’udienza preliminare per decidere sulla richiesta di processo davanti alla gup. Niente patteggiamento o richiesta di rito abbreviato. In un tribunale di Biella protetto da un cordone di forze dell’ordine per impedire ai giornalisti di avvicinarsi all’aula dove si è tenuta l’udienza a porte chiuse, il parlamentare ha scelto la strada più impervia. Quella che potrebbe portarlo a processo, o al proscioglimento. Nella prossima udienza, del 20 novembre, potrebbe arrivare il responso. Il rinvio, precisano dalla procura, è stato deciso “sia per verificare l’adempimento dell’oblazione, sia per concedere termine alla difesa in virtù della parziale modifica del capo di imputazione”.

Intervista a: Andrea Corsaro, avvocato difensore del deputato Emanuele Pozzolo

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