Spezia 2020-2023: tutti gli acquisti della serie A (perduta)

C’è davvero poco da salvare di questo 2023 per i tifosi dello Spezia. L’anno in cui la maglia bianca ha concluso il suo, si spera primo, passaggio dalla massima serie a girone unico dopo un triennio a tratti davvero esaltante. Da matricola, ha portato a casa tante teste coronate, battendo tre volte il Milan, due il Napoli, una l’Inter, eliminando la Roma dalla Coppa Italia con un 4-2 all’Olimpico (poi cancellato dalla squalifica dei giallorossi per la famosa vicenda del cambio in più). Per lunghi mesi la Spezia è stata la prima città del calcio in Liguria, lasciandosi dietro Genoa e Sampdoria e battendole più volte sul campo.

La piazza attende una rinascita, che per ora si intuisce al massimo nelle prime settimane di lavoro di Luca D’Angelo e nel cantiere dello stadio Picco. Al di là del legittimo malumore dei tifosi per essere stati allontanati da “casa” per molti mesi in più rispetto a quanto annunciato nel giugno scorso, l’operazione sull’impianto di Viale Fieschi è di quelle importanti, in grado di calare a lungo termine una luce diversa su tutto l’ambiente calcio cittadino.

Il triennio 2020-2023 è stato anche quello di un’attività nel calciomercato senza precedenti per quantità e volumi. Dalla gestione di Mauro Meluso a quella di Eduardo Macia (accomunati da Stefano Melissano), con in mezzo il governo di Riccardo Pecini, lo Spezia si è trovato a fare affari in tutta Europa e oltre: Francia, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Portogallo, Stati Uniti, Olanda, Argentina, Croazia, Grecia, Brasile, Austria, Georgia, Cipro, Israele, Polonia, Svezia, Danimarca, Lettonia.

E poi l’Inghilterra, con la cessione record di Kiwior all’Arsenal, in quel momento la capolista del campionato più importante del mondo, e il presti di Ampadu dal Chelsea, che sarebbe potuto diventare acquisto a titolo definitivo in caso di permanenza in serie A. Un vortice, in cui non sempre spesa e resa sono andate a braccetto, ma in cui si segnano le importanti cessioni di Kiwior all’Arsenal appunto per una plusvalenza da 17.7 milioni, Nzola alla Fiorentina per 12.6 milioni e Holm all’Atalanta per 10.8 milioni (in caso di riscatto).

L’acquisto più costoso è Janis Antiste, prelevato dal Tolosa per 5.1 milioni di euro nel 2021 e poi rivenduto al Sassuolo un anno dopo per 5,6 milioni. Con la società violetta è andato in scena anche l’affare Amian, acquisito per 3.9 milioni di euro, cosa che fa del club francese il primo destinatario degli sforzi economici di questi anni. Poche decine di migliaia di euro in più costato invece Reca dall’Atalanta (3.91 milioni) e subito sotto ecco Wisniewski (3.80) dal Venezia. Sopra i tre milioni anche Esposito dalla Spal (3.57), Nikolaou dall’Empoli (3.51) e Zurkowski dalla Fiorentina (3.38).

Una trentina di operazioni abbondante, fino agli svincolati Stijepovic, Nguiamba, Styrmisson e Zovko, per cui venne pagata una commissione, e passando per i prestiti onerisi, mai diventati giocatori di proprietà ma utili alla causa, di Colley (0.60 milioni), Manaj dal Barcellona (0.50), Farias (0.50) e Estevez (.024). Non rientra tra gli utili alla causa Shomurodov, il cui prestito è costato ben 1.3 milioni.

Scorrendo la lista si scopre che i primavera Pedicillo (0.56) e Giorgeschi (0.50) sono costati a testa più o meno quanto Verde (0.60 per il riscatto) e che anche Leandro Sanca (0.57) ha ottenuto una valutazione pari a quello dell’attuale numero 10.

L’attaccante Mraz fu messo a bilancio per 1.66 milioni di euro dall’Empoli (nell’operazione c’erano anche Nikolaou e Ismajli) per giocare tre partite, di cui una di Coppa Italia. Krollis è costato poco meno, 1.51 milioni dal Valmera e ad oggi zero gol in campionato. Tre presenze anche per Sher, pagato 1.45 milioni all’Hammarby e poi liquidato la scorsa estate. Kornvig, avversario due settimane fa a Cittadella, costò quasi quanto lo sfortunato Leo Sena: 1.13 contro 1.25 milioni (riscatto) e Cipot (1.06) quanto Ellertsson (1.04).

Dopo Antiste, la cifra più alta spesa per un attaccante ha riguardato Strelec (2.27). Lo slovacco è tornato a segnare in patria allo Slovan Bratislava, che a fine hanno può riscattarlo per una cifra base di 1.2 milioni dopo aver pagato 300mila euro di prestito oneroso. In ballo anche 500mila euro di bonus: alla fine lo slovacco potrebbe tornare a casa lasciando circa 2 milioni più una percentuale sulla futura rivendita.

Il portiere più pagato è ovviamente Dragowski, prelevato per 2.45 milioni dalla Fiorentina. Provedel, ormai saldamente nel giro della nazionale, ha fruttato una plusvalenza di 1 milione di euro dalla Lazio. Sia Holm che Hristov sono a bilancio per 300mila euro a testa: il primo “allungato” dagli allora cugini danesi del Sonderjyske, che incasseranno metà della futura vendita, e il secondo come compensazione da parte della Fiorentina per il blitz che riguardò Vincenzo Italiano fresco di rinnovo.

Un’ultima considerazione si può fare con i premi rendimento incassati sia per giocatori arrivati in prestito che per giocatori ceduti in passato e per cui esistevano clausole di valorizzazione. Si tratta di cifre a volte significative: i 600mila euro dal Milan per Daniel Maldini, 500mila per Salcedo, 420mila per Ciurria, 300mila per Pobega, 250mila per Kovalenko, 200mila per Ampadu, 150mila per Maggiore e 150mila per Hristov, 110mila per Piccoli, 70mila per Deiola e 50mila per Provedel.