«Tenerlo sei giorni al pronto soccorso dimostra la difficoltà della…

«Tenerlo sei giorni al pronto soccorso dimostra la difficoltà della…


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«Tenerlo sei giorni al pronto soccorso dimostra la difficoltà della…

«Tenere una persona sei giorni una persona al pronto soccorso per mancanza di letti dimostra la difficoltà che sta vivendo la sanità marchigiana, nonostante il lavoro straordinario di medici, infermieri e operatori sanitari che stanno facendo di tutto e di più. Non vedere questi problemi non significa essere di destra o di sinistra, significa essere irresponsabili. Così Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della regione Marche, davanti all’ospedale di Macerata, parlando con Francesco Migliorelli, al quale ha portato la sua vicinanza a seguito dell’episodio di cronaca che lo ha visto essere identificato per aver protestato dopo sei giorni trascorsi su una barella in attesa di un ricovero.

«Le liste di attesa che aumentano, la mobilità passiva aumenta, un marchigiano su dieci non si cura più perché non trova risposte nel pubblico e non ha i soldi per andare dal privato…tutto questo dipinge un quadro chiaro della gravità della situazione – dichiara Ricci – in più c’è un ulteriore segnale dato da ciò che è successo a Francesco che ha avuto il coraggio di denunciare quello che stava accadendo esponendo un semplice cartello e non solo è stato richiamato, ma addirittura sono stati chiamati i carabinieri che lo hanno identificato e volevano anche perquisirlo identificarlo. Davvero siamo arrivati al punto che una persona che si batte per un diritto fondamentale come quello della salute deve essere identificata e perquisita per aver esposto un pacifico cartello nel quale giustamente protestava?».

«C’è un clima di intimidazione che non mi piace e non è la prima volta che accade – dichiara Ricci – lo abbiamo visto anche ad Ascoli il 25 aprile, ma in generale questo clima si respira nel mondo della sanità. Io sto incontrando tantissimi medici e operatori sanitari che però vogliono parlare con me in privato, non vogliono farlo sapere e non vogliono partecipare a incontri pubblici perché hanno paura di ritorsioni. Ma dove siamo? Le Marche sono una regione democratica e tutti hanno il diritto di partecipare e dire la loro senza dover correre il rischio di essere ricattati, spiati o addirittura come in questo caso identificati e perquisiti – conclude – sono fatti molto gravi che non vanno sottovalutati ed è per questo che sono venuto qua. La cosa positiva di questo incontro è che Francesco sta meglio e presto tornerà a casa. L’ho visto sereno e questa è la cosa più importante, lo vogliamo incontrare fuori da qui ancora più combattivo di prima, perché dobbiamo cambiare le Marche».

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www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2025-05-28 19:23:51 da


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