Il piano era stato studiato nei
minimi dettagli. E però quello che poteva essere un furto molto
ricco è finito con un, è il caso di dirlo, “buco” nell’acqua. Il
custode di castello Mackenzie, il maniero del quartiere di
Castelletto a Genova progettato dall’architetto Coppedè, è
riuscito a sventare il tentativo di una banda del buco che nelle
scorse notti ha provato a entrare attraverso un tunnel usato
come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. La
struttura ospita una abitazione d’aste e nelle stanze sono custodite
opere d’arte, oggetti d’arredamento e manufatti preziosi.
La banda, secondo quanto ricostruito dagli agenti delle
volanti, è riuscita a entrare smurando l’ingresso esterno nei
pressi della stazione del trenino di Casella. Dopo avere sfilato
i mattoni, il gruppo si è infilato nel tunnel fino a raggiungere
una porta che immette nel maniero. L’ingresso era stato mutato
con una porta blindata coperta da un pesante mobile. I ladri,
però, armati di fiamma ossidrica sono riusciti a smurarla. Nel
frattempo, però, il custode ha iniziato a sentire puzza di
bruciato e degli strani rumori provenire da dietro il mobile. Ha
quindi urlato di andare via e poi ha chiamato gli agenti.
Quando le volanti sono arrivate non hanno trovato più
nessuno. Subito sono partite le indagini: i poliziotti hanno
sequestrato le immagini delle telecamere di videosorveglianza
della stazione vicina e quelle del castello. I sospetti degli
investigatori è che i ladri abbiano agito per andare a colpo
sicuro e che conoscessero bene la zona e i luoghi ormai chiusi
da anni.
Il castello, costruito tra la fine dell’800 e gli inizi del
‘900 da Coppedè su commissione dell’assicuratore scozzese Evan
Mackenzie, durante la seconda guerra mondiale fu prima occupato
dai tedeschi e poi dalle truppe alleate. Negli anni ’50 venne
adibito a caserma dei carabinieri. Venne poi riconosciuto come
monumento nazionale. Dal 2002 ospita una abitazione d’aste.
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