E’ proseguito per tutta la notte lo sciame sismico tra la Toscana e l’Emilia Romagna, colpite ieri all’alba da un terremoto di magnitudo 4.9 con epicentro a Marradi, in provincia di Firenze.
La scossa più forte, di magnitudo 3.0 è stata registrata dall’Ingv alle 5.40 di questa mattina a 5 km da Marradi.
In via precauzionale, in alcuni Comuni dell’area le scuole sono chiuse anche oggi, in attesa della conclusione dei rilievi alle strutture pubbliche e private.
A Marradi e a Tredozio, il comune del forlivese epicentro a sua volta di numerose scosse di assestamento, sono stati allestiti lettini da campo per ospitare la notte chi non se la sente di pernottare a abitazione.
Brandine nella palestra di Marradi
La terra ha tremato alle 5.10 del 18 settembre tra Toscana ed Emilia-Romagna con epicentro a Marradi, in provincia di Firenze. La scossa di magnitudo 4.9 è stata avvertita da Perugia a Trento. Tanta paura e oltre trecento chiamate nelle prime ore al 112 ma fortunatamente non ci sono stati feriti e solo danni lievi.
“Una situazione – ha commentato il presidente della Toscana, Eugenio Giani – meno grave di quanto ci saremmo potuti aspettare vista la potenza del terremoto”. Giani ha sorvolato l’area in elicottero ieri attorno all’ora di pranzo: con lui c’era anche l’assessora alla protezione civile Monia Monni. “A una prima verifica – ha detto – risultano circa settanta edifici lesionati: la maggior parte a Marradi, chiaramente. Le verifiche effettuate a Borgo San Lorenzo, dalle strade alle scuole all’ospedale, non hanno rilevato criticità”.
Danni peggiori, invece, sulla direttrice di Faenza. La ferrovia Firenze-Faenza è stata interrotta fino al pomeriggio di ieri. Pure l’Alta velocità Firenze-Bologna è stata deviata, la mattina, per il tempo dei controlli, dai tunnel nel Mugello al tracciato ordinario via Prato.
A Tredozio e in Romagna ci sono 140 stabili da controllare. Sono venuti giù comignoli, tegole dei tetti, calcinacci. Ma ci sono crepe nei muri che impensieriscono. In costante contatto coi sindaci il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini.
Sono le stesse zone colpite dall’alluvione di maggio, bagnate dal Lamone che dallo spartiacque toscano scende in Romagna passando per Marradi. Per queste popolazioni è sembrato il deja vu di un altro cataclisma.
Il sindaco di Palazzuolo sul Senio Gian Piero Moschetti: “Avevamo appena cominciato a capire come affrontare il problema dell’alluvione e ora ci arriva questa mazzata del terremoto”. Lo stesso dice la sindaca di Tredozio, Simona Vietina: “Dopo l’alluvione si Proseguono a vivere giorni difficili, uno dopo l’altro”.
www.rainews.it è stato pubblicato il 2023-09-19 07:40:00 da
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