Un terremoto politico scuote la Regione Sardegna al principio del 2025. La governatrice Alessandra Todde, eletta nel febbraio scorso con il campo largo di centrosinistra a trazione Pd-5 stelle, rischia la decadenza a meno di un anno dall’insediamento, prima donna a guidare la Sardegna e che si è subita detta serena e fiduciosa nel lavoro della magistratura.
Il Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello ha emesso una dichiarazione di decadenza da consigliera regionale per l’esponente del M5s, che così perderebbe anche la carica di presidente della Regione.
Il motivo? Dopo un lungo esame delle spese sostenute durante la campagna elettorale del Movimento 5 stelle, sarebbero state rilevate delle inadempienze che hanno portato all’emissione di un’ordinanza ingiunzione indirizzata al Consiglio regionale della Sardegna. Ora l’assemblea sarda, presieduta dal segretario del Pd sardo Piero Comandini, dovrà stabilire una data per la decisione sulla decadenza di Alessandra Todde.
Dunque non è affatto scontato che la governatrice eletta il 26 febbraio 2024 con il 45,3% delle preferenze – superando di soli 0,3 punti percentuali il candidato del centrodestra Paolo Truzzu (ex sindaco di Cagliari ed esponente di Fratelli d’Italia) non porterà a termine il suo mandato di cinque anni.
La palla ora passa al Consiglio regionale. I tempi potrebbero essere lunghi. Ciò che è certo che in caso di decadenza, si tornerà alle urne. Ma nel frattempo Todde resterà alla guida della giunta regionale.
Come prevede la legge, l’atto notificato oggi è impugnabile presso il tribunale ordinario. E la stessa governatrice pentastellata ha subito annunciato che lo farà: “La notifica della Corte d’appello – spiega Alessandra Todde – è un atto amministrativo che impugnerò nelle sedi opportune. Ho piena fiducia nella magistratura”.
Subito è arrivata la solidarietà del segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc), Antonio Satta. “Fa bene Todde ad avere fiducia nella magistratura. E’ l’unica via per chiarire questa vicenda – sottolinea – perché la Sardegna ha bisogno di organi di governo nel pieno delle loro funzioni. Noi del centrosinistra non crediamo ai complotti, a differenza del centrodestra”.
La presidente della Regione, dunque, per il momento resta al suo posto. E garantisce: “Non essendo un provvedimento definitivo continuerò serenamente a fare il mio lavoro nell’interesse del popolo sardo”.
Lavoro che proprio in questi giorni ha in agenda un tema caldo come quello della sanità, oggetto nell’isola di polemiche tra gli schieramenti ormai da diversi anni. Gli esponenti del campo largo si erano lasciati il 31 dicembre dopo il vertice di maggioranza ad hoc proprio con il tema individuato come prioritario sul tavolo. Oggi si è riunita la direzione regionale del Partito democratico, tutta dedicata all’analisi delle proposte avanzate dalla stessa Todde di modifica del testo del disegno di legge presentato lo scorso agosto e ancora mai discusso in commissione.
Commissione che si riunirà mercoledì 8, con l’audizione dell’assessore della Sanità Armando Bartolazzi. Il tempo stringe anche perché nel frattempo è scattato il primo mese di esercizio provvisorio, autorizzato dal Consiglio regionale nell’ultima seduta. Per questi motivi la governatrice ha annunciato di voler andare avanti. Ma con la spada di Damocle della possibile decadenza. E di un clamoroso ritorno alle urne.
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www.ansa.it è stato pubblicato il 2025-01-03 20:36:53 da
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