10 ottobre 2023
La decisione è stata assunta dalla preside delle scuole medie. Alcuni insegnanti, indignati, hanno scritto alla dirigente, mentre la città si divide tra favorevoli e contrari. Per la Cassazione la decisione spetta alle singole scuole
CARPI (Modena) – La preside delle scuole medie Focherini di Carpi ha tolto la maggior parte dei crocifissi dalle aule in occasione di una tinteggiatura: indignati alcuni insegnanti hanno scritto alla dirigente per chiedere spiegazioni. E la città si divide…
Il crocifisso della discordia è stato tolto durante alcuni lavori di ristrutturazione e ritinteggiatura delle aule. La dirigente scolastica delle scuole medie Focherini di Carpi, Federica Ansaloni, li ha fatti rimuovere prima della ripartenza delle lezioni. Alcuni sono ancora presenti, ad esempio alle elementari, ma alle secondarie di prime grado per lo più i muri sono imbiancati e spogli del simbolo religioso. Alcuni insegnanti, fatta la scoperta, hanno deciso di mandare una lettera alla preside per denunciare quello che ritengono un fatto grave, “sia per il valore simbolico – scrivono – sia perché non trova riscontro in nessuna normativa scolastica”. Sull’annosa questione del crocifisso in aula, in realtà, la Cassazione a sezioni unite ha di fatto decretato che non è obbligatorio ma non è vietato: insomma – come direbbe Ponzio Pilato – decidano le singole scuole. E la preside ha deciso, perché – ha spiegato – la scuola non è una chiesa. Ma, replicano gli insegnanti delusi per la decisione, nessuno è stato consultato, informato. Nessun dibattito o confronto. Che magari potrebbe esserci fra qualche tempo, come ha aggiunto la preside. Intanto, la città si divide: tanti i commenti sui social fra chi grida che il crocifisso non si tocca e chi vorrebbe una scuola più laica. Tra i contrari alla rimozione il senatore modenese Michele Barcaiolo di Fratelli d’Italia: “Sono le radici della nostra cultura che non possiamo fare morire in nome del politically correct”, dice. Gli risponde Claudio Riso della Cgil: “Evitiamo speculazioni e soprattutto guerre di religione, lasciamo che sia la scuola, con le sue regole e i suoi anticorpi, a dirimere la vicenda”.
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