PISTOIA – Tornano per la terza volta a Pistoia le Giornate della Memoria con “Le parole di Hurbinek”
A chi non ha letto “La Tregua” di Primo Levi il nome Hurbinek potrebbe non avere significato. Ma il bambino, che dà il nome a questo progetto, una storia ce l’ha ed è raccontata dallo scrittore deportato ad Auschwitz Primo Levi.
Scrive Levi “Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai visto un albero”. “Il più piccolo e inerme tra noi…un figlio della morte, un figlio di Auschwitz”.
Quel bambino da tre anni a Pistoia ha dato il nome al progetto “Le parole di Hurbinek” che in questa terza edizione prende in considerazione la parola “Razza” e sta avendo risonanza a livello nazionale.
La presentazione del programma, che da giorno della memoria è diventato “Le giornate della Memoria”, ha la durata di una settimana che va dal 19 al 27 gennaio con un’anteprima il giorno 11 alle 18 alla libreria Lo Spazio di via Curtatone, dove le Amiche di Hurbinek, rappresentate da Laura Contini, hanno invitato Martina Mengoni a presentare il libro di Primo Levi, il carteggio con Heinz Riedt, in dialogo con Massimo Bucciantini e Giovanni Capecchi coloro che hanno ideato e sviluppato il progetto con la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e l’Associazione Teatrale Pistoiese..
Sono stati proprio loro a presentare il programma, insieme al Presidente della Fondazione Caript Luca Gori, il presidente Fondazione ATP Gianfranco Gagliardi, l’assessore comunale Benedetta Menichelli, che ha portato i saluti del sindaco, e in rappresentanza della Provincia il consigliere Gabriele Giacomelli. Prima del loro dispiegarsi gli incontri hanno visto, nel mese di novembre, il coinvolgimento di alcune scuole: il Capitini di Agliana, il Liceo Artistico Petrocchi di Pistoia e l’ITS Marchi-Forti di Pescia con alunni e alunne che si sono cimentati in un “percorso di riflessione e condivisione creativi”.
Il programma vero e proprio: inizia il 19 alle 17 al Funaro con “Un racconto di jazz”. Frammenti letterari da L’Uomo invisibile di Ralph Ellison; il 20 alle 18 è la volta di Francesco Filippi che presenta il suo libro Cinquecento anni di rabbia; il 21 al Piccolo Teatro Bolognini alle 10,30 ancora Filippi incontra gli studenti su Fuga dal Regime; il 22 alle 17,30 al Saloncino della Musica di vai de’ Rossi (sede Caript) si parla di “Razza. Ordine, gerarchia, società chiusa” una lezione civile di Davide Bidussa; il 23 ancora al Saloncino alle 17,30 Silvana Patriarca, introdotta da Ginevra Villani, tiene la lezione “Finzione della razza e realtà del razzismo: riflessioni tra l’Italia e Stati Uniti”; il 24 al Funaro alle 20,45 va in scena l’Amico ritrovato da Fred Uhlman con l’adattamento e regia di Ciro Masella con lo stesso Masella e Filippo Lai; ancora al Funaro il 25 alle 20,45 Viaggio in Armenia con riduzione e adattamento di Silvio Castiglioni e Giocvanni Guerrieri dal romanzo con lo stesso titolo di Osip Mandel’stam; il 26 al Funaro alle 17, da un testo di Isotta Tosi va in scena Diario di guerra. Vita immaginaria di Enrica Calabresi per la regia di Stefano Cioffi e con Alessandro Evangelisti.
Infine il 27, giorno in cui in tutta Italia si celebra il Giorno della Memoria e nel quale la Regione Toscana ogni biennio organizza il Treno della Memoria da Firenze ad Auschwitz, al Teatro Bolognini alle 17,30 con ingresso libero, c’è il dialogo fra Paola Ciardi, Gad Lerner e Stefano Livi Della Torre, con introduzione di Massimo Bucciantini, su “Come siamo arrivati fin qui”?
La scelta della parola di questa edizione, “razza”, vuole mettere in evidenza, come ha spiegato Bucciantini in conferenza stampa, come la parola “razza” sia una finzione. Le razze non sono mai esistite. Sono una nostra invenzione. Addirittura, ha continuato, studi recenti sull’etimologia della parola, che rimane ancora incerta, sembra sia stata coniata parlando di animali e nello specifico di cavalli.
Dunque, questa terza edizione delle Parole di Hurbinek, ha concluso il professore, vuole essere una riflessione collettiva, constatando che il ventunesimo secolo sarà caratterizzato dal razzismo, sull’approccio a questo sentimento o modo di intendere la razza perché non basta ricordare una volta l’anno la liberazione di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del ’45, con cerimonie che rischiano essere semplici e dovuti riti ma porsi delle domande con pluralità di voci e linguaggi ma soprattutto coinvolgere i giovani perché sappiano cosa è stato il passato leggere il presente e soprattutto un futuro migliore.
Dalla parola Razza e partito il presidente Caript Luca Gori riflettendo che questa parola si trova tutt’ora nella nostra Costituzione e che alla luce delle nuove conoscenze e percezioni dovrebbe essere rivista. Gori ha poi ringraziato Bucciantini e Capecchi per avere sottoposto alla Fondazione questo importante progetto che il sodalizio ha condiviso da subito per l’importanza che ne attribuisce al dibattito che le “Giornate” innescano, non solo fra la gente comune ma soprattutto fra i giovani che volentieri si fanno coinvolgere.
Poche le parole del prof. Capecchi che si è limitato a dire come l’idea a suo tempo proposta da Bucciantini sia stata da lui recepita e tradotta in progetto, un progetto che sta dando frutti al di sopra di ogni aspettativa e che su questo tema fa di Pistoia un unicum nel panorama italiano.
Stessa condivisione del progetto ed adesione della Associazione teatrale pistoiese che, nelle parole di Gagliardi, ha visto in questa settimana di dibattiti e riflessioni un valore aggiunto nei confronti dei giovani che possono capire e convincersi e servano da antidoto perché situazioni del passato si possono drammaticamente riproporre.
Ingressi agli spettacoli 6 euro mentre le lezioni civili sono ad ingresso libero. I biglietti acquistabili al Manzoni e Funaro o su www.bigliettoveloce.it
Il programma completo con tutti i partecipanti sul sito di Teatri di Pistoia.
www.reportpistoia.com è stato pubblicato il 2025-01-08 16:43:24 da Marcello Paris
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