In piazza De Ferrari a Genova è andata in scena la “prima” del campo largo in salsa ligure, nel giorno in cui Giovanni Toti ha ricevuto la seconda ordinanza di misura cautelare, questa volta con l’accusa di finanziamento illecito.
Sul palco di piazza De Ferrari sono saliti i leader del centrosinistra nazionale, da Elly Schlein (PD) a Giuseppe Conte (M5S) passando per Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (AVS). In piazza anche una delegazione di Azione oltre a ‘Linea Condivisa’ e ‘Lista Sansa’. Presente anche Andrea Orlando, principale indiziato per il ruolo di candidato presidente del centrosinistra alle prossime regionali.
Oltre duemila i manifestanti che si sono radunati in piazza, proprio sotto l’ufficio del presidente Toti, chiuso dal 7 maggio scorso, giorno dell’arresto per corruzione e falso. Chiaro il messaggio di Angelo Bonelli: “Toti, non puoi sequestrare la democrazia in questa regione”.
“Non siamo qui per emettere sentenze di condanna nei confronti di singole persone, non siamo un tribunale – così Giuseppe Conte, prima di salire sul palco – non c’è nessuna gogna mediatica, ma è Toti che non deve emettere una sentenza di condanna nei confronti della comunità ligure. Deve farsi da parte, non può tenere in scacco un’intera regione. Questa regione ha bisogno di investimenti in sanità, di sviluppo, di tutela dell’ambiente e di un governo regionale che sia nel pieno dei suoi poteri e delle sue facoltà e che offra soluzioni concrete. Il modello di governo regionale che emerge dalle carte che abbiamo letto non è frutto di fantasie: è un modello marcio. Non si può pensare di governare una regione incontrando amici imprenditori su yacht, o in luoghi inappropriati, e commissariando interessi privati e pubblici. Questo si chiama mercimonio, al di là dei risultati dell’inchiesta. Qui c’è da costruire un progetto politico che possa offrire alla comunità ligure la possibilità di ripartire con grande speranza, perché le aspettative sono tante. Occorre una grande fiducia e la possibilità di realizzare importanti progetti, restituendo la repubblica alla trasparenza, alla legalità e alla cura dei cittadini”.
“È importante essere qui, esserci insieme per il diritto al futuro della Liguria – così Elly Schlein – perché il futuro di questa regione sia rimesso nelle mani dei liguri, lo diciamo da due mesi ormai: Toti si deve dimettere perché sta tenendo ai domiciliari anche questa regione e non è accettabile. Oggi arriva un nuovo provvedimento, dopo quello dell’arresto con accuse già gravi di corruzione, si parla di finanziamento illecito. Mi domando cosa aspetti Giorgia Meloni a chiedere a Giovanni Toti di fare un passo indietro per il bene di questa regione, per la dignità di questa istituzione. Mi domando cosa aspetti a fare un atto dovuto che è la richiesta di sospensione. Non c’è alcun precedente in cui un governo ha tenuto a prendere polvere su una scrivania un atto dovuto come la richiesta di sospensione. Chiaramente noi siamo qui per guardare al futuro di questa regione che oggi è paralizzata e non può attendere l’esito del lavoro della magistratura. Alla magistratura spetta di chiarire i profili di responsabilità sulle vicende che sono emerse nelle indagini, alla magistratura e non alla politica. Ma il nostro giudizio è politico, molto prima di altre cose, ed è un giudizio pessimo su come è stata governata questa regione, sul tipo di potere che hanno costruito qui. Naturalmente siamo qui a proporre insieme di guardare avanti. Questa paralisi non fa bene alla Liguria che ha bisogno di scelte, ha bisogno di rimettere in piedi una sanità che sta facendo grande fatica. Qui ci sono molte persone che hanno bisogno di cure: penso alle persone anziane, penso ai bambini e alle bambine con disabilità che in questa regione non hanno una presa in carico dalla sanità pubblica. Quindi, lavoro dignitoso, opportunità per i giovani. Questa è una terra che ha una grande tradizione industriale alle spalle che va portata nel futuro. Abbiamo vertenze grosse e problematiche, come Ilva e Ansaldo. C’è bisogno di progettare un futuro. Come lo si può fare se le destre tengono ostaggio questa regione e la tengono ai domiciliari insieme al presidente, che per il bene di questa terra avrebbe già dovuto dimettersi per una gigantesca questione di opportunità politica che viene molto prima delle indagini e dei processi. Siamo tutti garantisti, ma con ormai due accuse di questa gravità e entità, è chiaro che l’effetto è la paralisi della regione. Questo vuol dire creare incertezza per gli operatori economici, rallentare i cantieri e mettere a rischio nuovi investimenti. Per questo, ancora prima delle sentenze, e solo a quelle starà stabilire se c’è una colpevolezza o meno, c’è una gigantesca questione di opportunità politica. In questi due mesi, in Liguria, di cosa si è parlato? Si è parlato del futuro della regione, di nuove opportunità di lavoro per i giovani, della situazione disastrosa della sanità, per cui aspetti un anno per fare una mammografia? No, si è parlato solo degli sviluppi giudiziari di questa vicenda. Tanto basta per dire che la politica deve dare l’esempio, perché se non dà l’esempio tradisce la sua missione e la sua funzione”.
Tra il pubblico anche Andrea Orlando che, ai nostri microfoni, ha commentato: “Si può parlare di una mobilitazione popolare a favore del futuro della Liguria, guidata dalle forze del centrosinistra. Credo che questo sia il risultato di una capacità di iniziare a fare iniziativa comune, con una risposta che trovo molto positiva. Non sappiamo come evolverà la vicenda e non possiamo seguirla come fosse la cartina di tornasole delle nostre iniziative. Dobbiamo avere un nostro programma autonomo. È chiaro che una stagione politica si è conclusa e ne va aperta un’altra”.
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