Habemus firme. Le corse che fanno parte del 30 % di servizio di trasporto pubblico in subappalto e che riguardano diverse aree della provincia verranno garantite sino al 15 novembre da Seal, in attesa che l’Ati subentrante Trotta/Riccitelli abbia tutte le carte in regola per quel che riguarda la dotazione organica di autisti e la disponibilità dei mezzi.
Da domani, quindi, riprenderanno con regolarità le linee di trasporto pubblico di gran parte della Val di Vara, i collegamenti a Levanto e Framura, quelli di collegamento dei territori di Santo Stefano, Ponzano e le frazioni, quelli di Lerici con Tellaro e le zone collinari (compreso il servizio navetta) e le corse che dal capoluogo raggiungono le località situate sulle colline a corona della città.
La giornata di oggi, la più lunga per il trasporto pubblico spezzino, infarcita di incontri, voci, smentite e retromarce, si è chiusa nel tardissimo pomeriggio con la sigla dell’accordo tra Prefettura, Atc esercizio e Seal, un verbale che era stato annunciato venerdì scorso in pompa magna, ma che poi ha finito per essere firmato da tutti i protagonisti con un ritardo importante e che ha concluso le sue peripezie sul filo di lana, giusto in tempo per evitare che al disservizio patito dalla gente delle zone più periferiche della provincia sabato scorso e oggi si unisse anche la giornata di domani.
Sul tavolo della trattativa elementi di una vicenda assai complessa, che richiederebbe un’analisi dura e approfondita, ma che sembra ancora ben lontana dall’essere conclusa. E che già nelle prossime ore potrebbe portare a colpi di scena inattesi.
Al centro di tutto, come da ormai sei mesi, il trasferimento del servizio di Atc in subappalto dall’Ati Saca/Seal all’Ati Trotta/Riccitelli. Tutto intorno attori con interessi dei più disparati, manager catapultati in una situazione già compromessa, istituzioni che hanno faticato a far valere il proprio ruolo e parti sociali che tra loro hanno giocato partite diverse, in campionati diversi e, talvolta, anche praticando sport differenti. Stritolati nel mezzo ci sono rimasti gli utenti, spezzini e turisti che per mesi hanno assistito inermi alla cancellazione di intere linee, al razionamento di corse, alla partenza in ritardo di questo o quel servizio. Le lamentele e le segnalazioni non si contano, ma alla fine si è comunque arrivati all’epilogo peggiore, quello che alcuni avevano annunciato ancora prima del lancio della messa a gara del servizio in subappalto. Le colpe sono da distribuire, non necessariamente in maniera equa, ma è ancora presto per dire in quale modo. L’unica certezza è che la gestione di tutta la vicenda è stata fallimentare. La politica, che ha più volte da Palazzo civico e dalla Provincia ha lanciato rassicurazioni sull’esito delle diverse fasi della vicenda, si è dimostrata debole, incapace di prevenire i problemi e di affrontarli nei tempi utili a evitare che cittadini con il biglietto in mano o l’abbonamento nel portafogli rimanessero alla fermata ad aspettare un autobus che non sarebbe mai passato. L’intervento della Prefettura, che si è reso necessario tre volte, ha solo potuto aiutare a strizzare lo straccio col quale si è asciugato il latte, senza curarsi più di tanto di chi nel frattempo piangeva per esser rimasto col bicchiere vuoto.
A dimostrare che si è andati oltre il limite dell’accettabile, ci sono le modalità di comunicazione: inesistenti. Gli utenti non sono mai stati informati in maniera ufficiale, ordinata e comprensibile della soppressione di un servizio essenziale come il trasporto pubblico. Da Atc, l’azienda che gestisce il servizio per conto della Provincia, e dalla stessa Provincia, non sono mai giunte comunicazioni sui problemi di sabato e di oggi. E lo stesso trattamento è stato riservato ai sindaci dei territori interessati dai disservizi.
Tutto è rimasto nell’alveo delle comunicazioni per le vie brevi, con informazioni riferite, prive di qualsivoglia ufficialità e spesso e volentieri smentite nel giro di pochi minuti. Un caos totale, una confusione intollerabile su un aspetto così importante per chi vive in territori collinari o montani e deve raggiungere per motivi di lavoro, studio, saluto o semplicemente di vita capoluogo o qualsiasi altro luogo della provincia.
In questo delirio di incertezza questa mattina il sindaco di Lerici Leonardo Paoletti ha scritto una dura lettera a Provincia e Prefettura dichiarando che “Il Trasporto pubblico locale è servizio essenziale e, pertanto, non può essere soggetto a interruzione. Ritengo – ha scritto Paoletti – assolutamente necessario che Atc Esercizio definisca e comunichi alla Provincia entro oggi il percorso tecnico/amministrativo che porti al superamento della situazione di stallo attuale rispetto all’affidamento del subappalto. Preliminarmente ritengo imprescindibile una ulteriore proroga tecnica del subappalto giustificata dalle tempistiche necessarie all’assolvimento degli adempimenti o all’indizione di una nuova gara“. Il primo cittadino di Lerici ha inoltre chiesto la “convocazione dei sindaci per relazionare in merito alla situazione e alle prospettive di ripresa immediata del servizio”.
La convocazione non c’è stata, né, come detto, per tutta la giornata ci sono state comunicazioni ufficiali rivolte ai sindaci. Solo in serata, sempre in maniera ufficiosa, si è sparsa la voce della firma dell’accordo e della ripresa del servizio nella giornata di domani, martedì 5 novembre.
Nel frattempo alcuni sindaci avevano preso seriamente in considerazione l’ipotesi di rivolgersi ai Carabinieri per interruzione di pubblico servizio, mentre la sindaca di Calice al Cornoviglio, Federica Pecunia, nell’impossibilità di ricevere notizie ufficiali da parte della Provincia, ha avvisato tramite Alert system la gente di possibili ulteriori disservizi nel trasporto pubblico nella giornata di domani. “I cittadini di Calice sono sempre più ostaggio della Provincia. Sono passate le 19 – ha dichiarato – e non sono ancora in grado di dare una risposta a tutti coloro che mi hanno chiesto informazioni sulle corse Atc per la giornata di domani. Dopo quello che abbiamo già passato sabato e oggi, questo è inaccettabile. Gli abitanti di Calice vivono senza subbio le peggiori condizioni di mobilità e viabilità della provincia a causa delle frane che interrompono le strade, ci sono persone che impiegano due ore per raggiungere il luogo di lavoro: non è possibile lasciarle per giorni senza alcuna certezza sull’effettuazione di un servizio essenziale come il trasporto pubblico”.
www.cittadellaspezia.com è stato pubblicato il 2024-11-05 00:59:03 da
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