Traffico di droga e mafia a Vieste: la Dda chiede condanne a 27 anni


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La Dda chiede 3 condanne a complessivi 27 anni e 2 mesi nel processo a 3 garganici tra cui un pentito accusati di spaccio di un etto di cocaina sequestrato a Vieste il 4 marzo 2021, fatti aggravati dalla mafiosità per aver agito per agevolare il clan Libergolis. Nella requisitoria-bis davanti al Tribunale di Foggia il pm Ettore Cardinali ha chiesto 12 anni a testa per Enzino Miucci, 42 anni di Monte Sant’Angelo al vertice del clan Li Bergolis/Miucci; e per il viestano Claudio Iannoli, 49 anni, a capo della batteria Perna/Iannoli alleata dei Li Bergolis nella guerra contro il clan Lombardi/Ricucci/Romito. Tre anni e 2 mesi la richiesta di condanna per Matteo Pettinicchio, 40 anni, anche lui montanaro, ex braccio destro di Miucci, pentitosi lo scorso primo febbraio: è la prima gola profonda del clan più longevo della Capitanata, attivo sin dagli anni Settanta come raccontato dal collaboratore di Giustizia che vi entrò nel 2000 quando aveva soltanto 15 anni. Sentenza in autunno.

I tre garganici furono arrestati il 14 luglio 2023 dai carabinieri su ordinanze cautelari chieste dalla Dda quand’erano già detenuti per altre vicende. Ai 3 imputati il pm contesta anche l’uso indebito di telefonini mentre nel 2020/2021 erano detenuti in carcere a Terni (Miucci e Iannoli) e Lanciano (Pettinicchio). Fu proprio intercettando i colloqui telefonici fra i 3 reclusi che Dda e carabinieri scoprirono il giro di droga; sequestrarono l’etto di cocaina a un giovane viestano arrestato in flagranza il 4 marzo 2021; e poi arrestarono nel luglio 2023 5 persone. Nell’inchiesta coinvolti infatti anche i fratelli viestani Davide e Mario Carpano, giudicati con rito abbreviato e condannati in primo grado rispettivamente a 8 anni e 5 anni e 4 mesi.

Il processo a Miucci, Iannoli e Pettinicchio è iniziato il 5 dicembre 2023. Quella di ieri del pm Cardinali è stata la seconda requisitoria. Aveva già concluso il 3 dicembre scorso chiedendo la condanna dei 3 imputati a 12 anni a testa; nel febbraio successivo Pettinicchio si è pentito, fu interrogato anche su questa vicenda, confessò e chiamò in causa i coimputati: da qui la richiesta di condanna nei suoi confronti ora scesa a 3 anni e 2 mesi per la collaborazione con la Giustizia.

Gli avv. Salvatore Vescera per Iannoli; e i colleghi Innocenza Starace e Raul Pellegrini per Miucci chiedono l’assoluzione. Sostengono che le intercettazioni dei colloqui tra i detenuti non danno alcuna certezza sul presunto smercio della droga; e che le dichiarazioni di Pettinicchio sono inattendibili, prive di riscontri, più che confessare il pentito si discolpa e accusa i 2 coimputati. L’avv. Valeria Maffei per Pettinicchio ha sollecitato la condanna al minimo della pena.

Così il racconto di Pettinicchio: “le intercettazioni a nostro carico in questo processo sono chiare, c’è poco da interpretare: avevamo telefonini in cella per tenerci in contatto. Davide Carpano in carcere mi disse d’aver preso accordi con Miucci quando quest’ultimo era libero, concordando per la cocaina un presso di 65mila euro al chilo. L’approvvigionamento di 100 grammi credo sia stato concordato direttamente da Miucci e Iannoli quand’erano detenuti. Miucci mi disse che quella droga sarebbe servita a pagare gli stipendi a Claudio Iannoli e al cugino Giovanni Iannoli; e decidemmo di fare un regalo alla vedova di Girolamo Perna che era stato vicino a noi”. Perna, ritenuto al vertice dell’omonimo clan Viestano insieme ai cugini Iannoli, fu ucciso ad aprile 2019 nella guerra con i rivali della batteria Raduano.

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www.lagazzettadelmezzogiorno.it è stato pubblicato il 2025-07-02 12:43:06 da


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