ANCONA – E’ la società Nuova Edil System di Jesi la Srl finita al centro dell’inchiesta della procura distrettuale antimafia di Ancona per una presunta vicenda di corruzione, turbativa d’asta, traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni dello Stato e peculato. Due degli arrestati, si tratta di misure cautelari emesse dalla gip Sonia Piermartini, sono i fratelli Gambini, Lory (ai domiciliari) e Danilo (in carcere), amministratore unico lei e procuratore della società lui. Gli altri raggiunti dalla misura cautelare degli arresti domiciliari sono tre pubblici ufficiali, dipendenti pubblici: Sergio Dolciotti, 61 anni, jesino, direttore tecnico di Jesi Servizi, Alessandro Gasparetti, 59 anni, anconetano, funzionario del Servizio Tecnico e Patrimonio dell’Inrca di Ancona, Filippo Picchini, teramano, 44 anni, ingegnere libero professionista, residente ad Ancona, collaboratore fisso della Ast nel ruolo di Responsabile Unico Procedimento (Rup), in alcuni degli appalti finiti sotto la lente degli investigatori. Nella vicenda è coinvolto anche un altro uomo, custode giudiziario di un’area che fa parte di una procedura fallimentare, l’ex cascamificio di Jesi, ma per lui non sono stati presi provvedimenti perché la sua posizione è ancora da chiarire. Un’altra dozzina di persone sono indagate a piede libero. La posizione di fratello e sorella è quella ritenuta più rilevante dalla pubblica accusa. A loro sono contestati 400mila chili di rifiuti speciali, pericolosi e non, gestiti illecitamente con attività di trasporto, occultamento e smaltimento. Il tutto per ottenere un profitto illecito, sempre stando alle accuse, di oltre 70mila euro. I guadagni per non aver gestito correttamente i rifiuti. La Nuova Edil System è una società molto conosciuta in Vallesina e si occupa di noleggio di attrezzature per l’edilizia, lavori edili, di ristrutturazione, scavi e anche recupero di macerie edili. Le accuse, che hanno portato alle misure cautelari, sono ancora tutte da provare. Per mesi i forestali e i finanzieri hanno raccolto intercettazioni, seguito e spiato i movimenti anche con microtelecamere.
CASCAMIFICIO. A giugno del 2022 la società dei Gambini ha ottenuto un appalto dal tribunale per la rimozione e lo smaltimento di 300mila chili di rifiuti speciali, pericolosi e non, dell’ex cascamificio Botto, di via don Minzoni, a Jesi, per una somma di 165mila euro. Con quella cifra avrebbero dovuto smaltire i rifiuti ma, stando alle accuse, una parte li avrebbero sotterrati nella stessa zona del cascamificio, tombati all’interno di una buca di 800 metri cubi, un’altra parte alla cava Moreggio che era nella disponibilità della Gambini ma non autorizzata alla gestione di quel tipo di rifiuti, con ben 41 viaggi.
ASILO. A settembre del 2022 la Gambini aveva ottenuto un incarico per un getto di calcestruzzo all’asilo Negromanti di via San Pietro Martire, a Jesi, ma la betoniera aveva avuto un cedimento idraulico e un quatitativo consistente di olio motore si era disperso nel terreno. Stando alle accuse però solo una parte della terra contaminata sarebbe stata rimossa dai Gambini per risparmiare sulle spese di bonifica e smaltimento rifiuti, ritiene l’accusa. I valori di contaminazione avrebbero superato di 40 volte il limite consentito. Una parte del terreno era stato trasportato alla ex cava Moreggio. Con l’appoggio di un laboratorio analisi avrebbe celato le analisi fatte sul terreno, che evidenziavano un grave inquinamento, facendo fare un altro campionamento e più in profondità per rendere i risultati conformi ai parametri di legge.
Fin qui le accuse di inquinamento. Un’altra pagina riguarda la corruzione e gli appalti, anche per strutture sanitarie, lavori da eseguire e per i quali i Gambini avrebbero ottenuto informazioni utili dai pubblici ufficiali al fine di aggiudicarsi le gare di appalto. Sarebbero volate tangenti fino anche a 5mila euro. I lavori all’ex Sert di Jesi e quelli in un magazzino all’Inrca di Ancona sono alcuni degli appalti sotto accusa. La procura contesta anche l’aggiudicazione dell’ex cascamificio, per la bonifica di cui la Nuova Edil System aveva ricevuto 165mila euro di compenso.
I Gambini avrebbero pagato anche per aggiudicarsi una gru a ragno della JesiServizi, avuta per 550 euro ma del valore di oltre 16mila euro e per aver comprato a prezzo di favore due cassoni scorrevoli che la JesiServizi avrebbe falsamente dichiarato in cattivo stato. La società jesina avrebbe ottenuto anche un appalto spazzaneve per la pulitura delle strade anche se non avrebbe avuto i mezzi idonei per farlo. Il funzionario dell’Inrca oggetto di misura cautelare avrebbe beneficiato di lavori edili gratuiti fatti fare dai Gambini a casa sua e in quella della madre.
www.anconatoday.it è stato pubblicato il 2023-10-27 21:56:45 da
0 Comments