SAN BENEDETTO – Quattro anni fa, a distanza di pochi mesi, due abbattimenti che provocarono molte polemiche fra la politica cittadina. Nel frattempo non c’è traccia delle annunciate ripiantumazioni, obbligatorie come da Regolamento Edilizio
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di Pier Paolo Flammini
Sono passati quasi quattro anni dall’abbattimento dell’ex Scuola Curzi di via Golgi, uno dei passaggi amministrativi più discussi dell’ex giunta Piunti, con tanto di una delibera annullata in autotutela per un conflitto di interesse che riguardava il vice sindaco Andrea Assenti e, va detto, una minoranza consiliare all’epoca abbastanza timorosa di far luce su quanto avvenuto.
E intanto ne sono passati, da pochi giorni, esattamente 4 anni (2020 annus horribilis per il verde) dai lavori di abbattimento dell’ex Villa Bollettini, lungo via Volta, sostituita da una grande edificio edilizio. Qui gli esecutori dei lavori promisero, all’epoca, di ripiantare 67 alberi nuovi, a fronte di un parco, pur privato, presente in precedenza nella recinzione della villa.
Può darsi che siamo distratti, essendo passato molto tempo. E a tal proposito, se dovessimo dimenticare qualcosa, magari i diretti interessati potrebbero facilmente contattarci per dare l’esatta notizia. Ma a memoria, e anche a vista, non ci sembra di aver visto nulla.
L’unico intervento di rinverdimento che si sta operando è nella Piazza Dalla Chiesa, davanti all’attuale Scuola Curzi, con un investimento di circa 40 mila euro ad opera dell’Italgas, un’azienda privata. Possibile che 24 grandi alberi, quasi tutti castani di almeno 50 anni, abbattuti tra via Golgi e via Voltattorni, unico polmoncino verde di un’area tutta urbanizzata, o le decine di essenze e piante scomparse da Villa Bollettini, in due percorsi amministrativi entrambi molto contestati, non debbano rispettare almeno quanto previsto dal Regolamento Edilizio Comunale?
Citiamo, dall’Allegato D del suddetto Regolamento (“Tutela, valorizzazione e incremento del verde pubblico e privato“), i primi due commi. Non difficili da capire.
«Norme di conservazione e impianto.
1. E’ fatto obbligo della conservazione degli alberi di alto fusto esistenti nella zona, salvo diverse disposizioni statali, regionali e comunali opportunamente motivate. Qualora esigenze determinate dall’uso e dagli interventi ammessi richiedessero l’abbattimento di qualche pianta di alto fusto, questa deve essere adeguatamente sostituita o comunque rimpiazzata.
2. In tutti i progetti edilizi le piante legnose dovranno essere rigorosamente rilevate e indicate su apposita planimetria, con relativa documentazione fotografica».
Infine, al comma 5: «La scelta delle essenze arboree deve avvenire almeno per l’80% nella gamma delle essenze appartenenti alle associazioni vegetali locali (indicate nell’elenco in appendice); non meno del 70% delle specie d’alto fusto complessivamente poste a dimora deve essere composto da latifoglie».
Possibile che dopo quattro anni nulla sia avvenuto?
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www.cronachepicene.it è stato pubblicato il 2024-02-12 15:38:22 da Pier Paolo Flammini
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