VIBO VALENTIA Filippo Piccione è stato ucciso come «capro espiatorio» dalla ‘ndrangheta vibonese per vendicare l’omicidio di Leoluca Lo Bianco, del quale però era «incolpevole». È quanto scrivono i giudici della Corte d’Assise di Catanzaro nella sentenza che ha condannato Salvatore Lo Bianco alias “U gniccu” all’ergastolo e Rosario Lo Bianco a 28 anni di carcere, in quanto esecutori dell’omicidio di Filippo Piccione avvenuto nella domenica di Carnevale del 21 febbraio 1993. Per il collegio giudicante il mandante fu il defunto boss Carmelo Lo Bianco, alias “U Sicarru”, zio di Leoluca, vittima un anno prima di un agguato avvenuto vicino al fondo di Piccione, dal quale sarebbe partito il colpo letale per la sua morte.
L’omicidio, le maschere di Carnevale e la fuga
Un gruppo di fuoco…
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www.corrieredellacalabria.it è stato pubblicato il 2024-10-11 15:32:07 da Redazione Corriere
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