Ucraina, rimpasto di governo: si dimette anche il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba


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Ucraina, rimpasto di governo: si dimette anche il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba



Riferendosi all’imminente rimpasto di governo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che l’Ucraina ha bisogno di “nuova energia e questo include la diplomazia”

ALTRE INFORMAZIONI : https://it.euronews.com/2024/09/04/ucraina-il-rimpasto-di-governo-comincia-si-dimette-il-ministro-degli-esteri-kuleba

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  1. 🌐 L'UNIPOLARISMO USA, I BRICS E IL MONDO MULTIPOLARE

    🔴 Il multipolarismo dei Brics non è un blocco contrapposto all'unipolarismo Usa, ma un'altra e più realistica visione del mondo

    L'annuncio della richiesta formale di adesione della Turchia ai Brics, riferito ieri anche dall'autorevole Bloomberg (come abbiamo riportato), non era veritiero, come da affermazioni successive di Ömer Çelik, vicepresidente e portavoce dell'AKP (il partito al governo), il quale però ha confermato la sostanza della questione: "Il nostro Presidente [Erdogan] ha dichiarato più volte che vogliamo diventare membri dei BRICS. La nostra richiesta su questo tema è chiara, il processo è in corso".

    Tempi più lunghi, quindi, ma la via è tracciata. I media, peraltro, hanno rilanciato la notizia della presenza di Erdogan al vertice dei Brics che si terrà a Kazan a fine ottobre (Ansa), al quale parteciperà per la prima volta anche il presidente della Bolivia Luis Arce, come annunciato dal ministro degli Esteri Celinda Sosa.

    Al club dei Brics intende unirsi anche l'Azerbaigian, con richiesta avanzata subito dopo la visita di Putin a Baku del 20 agosto. Insomma, il club sta dimostrando un'attrattiva sempre più forte e i suoi membri aumentano via via, mentre, all'opposto, il club del G 7 – da non confondersi col G 20 al quale partecipano diversi Paesi Brics – è sempre più offuscato e sclerotizzato, sempre più un organismo residuale di un passato che non vuol passare e incapace di riformarsi.

    Il G 7, peraltro, è per sua natura esclusivo ed elitario – da cui anche l'incapacità di rapportarsi col mondo in una modalità che non sia muscolare – al contrario dei Brics, che invece fin dalla loro genesi si sono posti come polo di attrazione globale, e ciò spiega in parte il diverso e alternativo dinamismo.

    Non due poli, ma prospettive diverse

    Se la mission del G 7 è la conservazione del sistema di governo globale a trazione statunitense, l'organismo Brics ha connotati rivoluzionari, avendo come mission quella di creare un sistema globale non subordinato agli Usa.

    Tale contesa globale viene inquadrata generalmente in una lotta tra l'unipolarismo di ritorno – o che non vuol passare – e il multipolarismo, ma tale cornice va dettagliata, come fa in maniera egregia Ted Snider su Antiwar, secondo il quale gli Stati Uniti sbagliano anche a comprendere i termini e le prospettive della dialettica in atto.

    Sia perché non comprendono che il multipolarismo non è un possibile orizzonte futuro, ovviamente da contrastare, ma una realtà in atto, sia perché "nella loro incapacità di adattarsi, gli USA si aggrappano alla battaglia per impedire che il mondo unipolare ricada nella bipolarità. Gli USA sono capaci solo di vedere un mondo diviso in due blocchi: vedono tutte le nazioni che accettano la sua egemonia come parte di un blocco e tutte quelle non allineate che abitano il mondo multipolare, le quali rifiutano di scegliere tra due parti, come un altro blocco. Gli USA, cioè, sono incapaci di vedere oltre il mondo bipolare e confondono la realtà multipolare come parte di un altro blocco all'interno di un mondo bipolare".

    "Questo equivoco impedisce agli USA di allinearsi con l'inevitabile nuova realtà dell'ordine internazionale […] I membri del mondo multipolare emergente non vedono il nuovo mondo come un mondo nel quale debbano scegliere da che parte stare. Gli USA continuano a corteggiare i paesi con doni e a minacciarli di sanzioni per sedurli e creare partnership esclusive. Tale visione del mondo statunitense, ormai superata, la limita a corteggiare disperatamente i paesi per indurli a stabilire relazioni esclusive" che però sono ormai fuori dall'orizzonte dei Paesi oggetto delle loro morbose attenzioni.

    I Brics e le relazioni paradossali

    "Le nazioni non allineate stanno prendendo posizione: ma non tra gli USA da una parte e Russia e Cina dall'altra, ma tra la visione del mondo monogama e unipolare degli USA e una visione del mondo propria di Russia-Cina non intruppata, che consente a tali paesi di perseguire relazioni multiple per poter perseguire i propri interessi e non gli interessi dell'egemone. Le nazioni non allineate non hanno scelto la Russia o la Cina rispetto agli Stati Uniti: hanno scelto la visione del mondo del binomio Russia-Cina rispetto a quella degli Stati Uniti".

    "[…] Un mondo multipolare significa non dover scegliere tra Stati Uniti e Russia, ma scegliere di collaborare con esse in modalità diverse su questioni in cui si danno convergenze […]. Creare relazioni specifiche basate su cose all'interno di un mondo multipolare, anziché alleanze ideologiche [proprie dell'unipolarismo ndr], significa non solo avere relazioni paradossali con paesi diversi, ma anche relazioni paradossali con lo stesso paese".

    Illuminante, per spiegare cosa intenda per relazioni paradossali nell'ambito del mondo multipolare il caso dell'India, sulla quale si dilunga l'articolo, che ha relazioni proficue con gli Stati Uniti, ma non intende per questo rinunciare, come da pressanti richieste di Washington, ad avere strette relazioni con la Russia (con Mosca che rispetta la libertà di New Delhi, evitando pressioni di segno opposto).

    Sempre il caso indiano evidenzia cosa intenda il cronista per relazioni paradossali tra due Paesi, con New Delhi ingaggiata in un'accesa rivalità regionale con la Cina, posizione che l'ha portata ad aderire al Quad – l'alleanza strategica tra Australia, Giappone, India e Stati Uniti, a guida Usa, nata per contenere la Cina. Una conflittualità che però non le impedisce di avere con Pechino convergenze sulle prospettive globali, su tutte quella di superare l'unilateralismo americano.

    Gli Usa e il gioco a somma zero

    Di grande interesse, e degno corollario all'analisi di Snider, un articolo di Eduardo Porter pubblicato sul Washington Post, che spiega, fin dal titolo, che "Il pensiero a somma zero sta distruggendo l'America"; esplicativo il sottotitolo: "Dobbiamo resistere alla tentazione di pensare che il successo degli altri avvenga a nostre spese".

    Tale pensiero, che egli attribuisce a tutto l'ambito politico americano, da Trump ai democratici, impedisce all'America di relazionarsi in maniera proficua con il resto del mondo, generando postulati, e conseguenti prassi, insane, come quello per cui "l'ascesa della Cina equivale al declino degli Stati Uniti".

    Incapace anche solo di pensare a relazioni win to win, in cui tutti vincono, la visione americana si riduce a un "noi" contro "loro", con tutte le conseguenze del caso, anche violente. Un visione che, come dimostrano gli studi citati dall'articolo, va anche a detrimento dell'impegno e delle capacità innovative, come infatti stanno dimostrando, all'opposto, i Brics – in cui vige il rapporto win to win – con il loro dinamismo.

    Articolo inusuale per il panorama intellettuale Usa quello di Porter e che illumina, al pari di quello di Snider, la deriva dell'Impero americano. Infatti, tale ideologia "a somma zero sta trascinando la politica degli Stati Uniti in una direzione strana e oscura, che smentisce la sua storia di prospera democrazia di mercato liberale". E, ovviamente, gli impedisce di accogliere la nuova realtà multipolare.

    #BRICS

  2. Kaliningrad , sta preparando un Referendum per staccarsi dalla Russia Nazista…Ma questo non dite…Sapete dov'è Kaliningrad ???… Trasferiti 17.000 Nazisti nel tritacarne di Kursk…Si sono accorti che e sparita la puzza di merda Nazista …E adesso non la vogliono più sentire… Bisogna raccontarle tutte…Vogliono ADERIRE all' Europa…

  3. Soltanto nel mese di agosto la russia ha guadagnato più terreno in ucraina che nei 7 mesi precedenti messi assieme.Merito della genialata di Kursk.Putin ha detto ieri"Appena conquistiamo Pokrovsky (l'esercito russo è a 10 km dalla città),avremo chiuso i rifornimenti ucraini(che si svolgono con la rete ferroviaria).Dopodiché potremo concentrarci nel finire di ripulire Kursk dagli invasori e in quel momento potremo chiedere se la Nato,ovvero l'ucraina vuole negoziare"

  4. Perr fortuna che gli analisti e strateghi filoucraini qualche settimana fa ci raccontavano che, dopo l'attacco a Kursk, i consensi in Russia sarebbero crollati e i fedelissimi di putin si sarebbero rivoltati contro il governo… Sisi, avevano proprio ragione!! ciao avvocato!! Forse hai scelto la strada sbagliata, sei ancora in tempo a tornare nei tribunali e smettere di fare figure di merda!!

  5. Questa guerra finirà solo in due modi –
    1 ) Capitolazione TOTALE ed incondizionata della Russia con disarmo Totale –
    2 ) La pelle dell' Orso Russo come ZERBINO nella sede della NATO Ramstein , artigli e denti dell' orso al collo dalla bellissima Ucraina , gentile omaggio della Nato Ramstein.

  6. Il popolo ucraino è mandato al massacro per una guerra su procura, chi non capisce o è un ingenuo o è in malafede.

    La guerra inizia nel 2014 con i bombardamenti ucraini nel Donbass e nella soppressione dei diritti delle popolazioni a maggioranza russa e nell’intenzione di fare entrare l’Ucraina nella Nato.

    Basta guardare la cartina geografica e registrare che è la Nato che si è espansa a est e non la Russia a ovest.

    A noi italiani sarebbe convenuto restare fuori da questa vicenda e restare neutrali. Putin è indubbiamente un dittatore ma come lui o peggio di lui ce ne sono tanti altri nel mondo (con i quali peraltro facciamo affari a cominciare dalla Cina, dalla Turchia, dall’Arabia Saudita, dal Qatar, dall’Egitto, ecc.) ma non rappresentava in alcun modo una minaccia nei nostri confronti, anzi era vero il contrario.

    La nostra convenienza (come quella della Germania) era indubbiamente quella di restare neutrali ed infatti la perdita del potere di acquisto del 30% della classe media lo attesta e non è ancora finita……

    Ma la nostra non è stata in alcun modo una libera scelta ma una imposizione di chi ci tiene al guinzaglio per via di un debito pubblico di 3.000 miliardi.