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22/05/2025
– La localizzazione dell’ospedale unico a Muraglia continua ad alimentare polemiche. E questa volta, oltre alla critica politica, arriva una vera e propria azione legale. A lanciarla sono Alessandro Di Domenico, segretario comunale dell’Udc, e Pia Perricci, avvocata e inventrice dell’associazione Evolviamo Pesaro.
I due, in conferenza stampa nella Sala Rossa del Comune, hanno ribadito la loro netta contrarietà al sito individuato, parlando apertamente di rischio ambientale e di un progetto che, a loro dire, può e deve essere rivisto.
“Il tema della sanità e del nuovo ospedale di Pesaro ci sta molto a cuore – ha dichiarato Di Domenico – e da tempo abbiamo avviato un percorso critico, sostenendo che Muraglia sia il sito meno idoneo tra quelli analizzati. Il nostro intervento non è solo politico: abbiamo presentato un esposto in Procura, con quesiti precisi, perché dalle documentazioni raccolte emerge un quadro inquietante. Muraglia presenta criticità idrogeologiche evidenti, che non possiamo ignorare. Non vogliamo che Pesaro venga segnata in futuro da una tragedia evitabile: non vogliamo un nuovo Rigopiano nelle Marche”.
Secondo il segretario Udc, esiste un’alternativa concreta e vantaggiosa: “Case Bruciate è un’area pubblica, senza costi di esproprio, ed è più adatta per un’opera sanitaria di questa portata. La scelta di Muraglia fu imposta prima da Ceriscioli, poi da Ricci, e oggi pare intoccabile, ma non è così. Gli investimenti già sostenuti non sarebbero persi: la progettualità può essere trasferita, e anzi, una realizzazione a Case Bruciate potrebbe rivelarsi più economica e più moderna, grazie a un impianto orizzontale più funzionale rispetto a quello verticale previsto oggi. Questo cambio di rotta non solo favorirebbe i cittadini, ma rafforzerebbe anche il ruolo del centrodestra nella gestione regionale della sanità”.
A incalzare è anche Pia Perricci, che pone l’accento sulle criticità logistiche e legali: “Muraglia non è una zona sicura, soprattutto dal punto di vista idrogeologico. E non è adatta neppure sotto il profilo del traffico: basti pensare che questa mattina un banale tamponamento alla rotonda di accesso ha bloccato tutto per mezz’ora. Immaginate cosa succederebbe con un ospedale nuovo e operativo lì. Non solo: la nuova struttura avrebbe persino meno posti letto rispetto a quella attuale. Una spesa enorme, per un risultato peggiorativo”.
L’avvocata ha anche sottolineato che l’associazione ha già avviato azioni concrete: “Abbiamo presentato una denuncia in Procura e inviato segnalazioni ai Ministeri competenti, perché si intervenga a tutela della città. Pesaro ha già dimostrato che i progetti possono essere cambiati: è successo per il lungomare, può succedere anche per l’ospedale. Nulla è irreversibile, finché non c’è una sola pietra posata, c’è margine per agire”.
“La sanità pubblica deve basarsi su logiche di sicurezza e utilità, non su compromessi politici – concludono Di Domenico e Perricci –. Un ospedale serve per curare, non per diventare un potenziale fattore di rischio. Se davvero vogliamo il meglio per Pesaro e per i marchigiani, è il momento di fermarsi, riflettere e scegliere la soluzione migliore per tutti”.
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