un brindisi ai successi e alle sfide future

un brindisi ai successi e alle sfide future


Si è svolta ieri, 19 dicembre, presso il Ristorante Valleverde Zì Pasqualina di Atripalda (AV), l’attesa cena di fine anno organizzata dalla sezione campana di Assoenologi, un’occasione ideale per riflettere sui traguardi raggiunti e sulle sfide future del mondo vitivinicolo regionale.

Un evento che ha visto la partecipazione di ben 110 associati su circa 150, testimonianza tangibile del crescente legame e senso di appartenenza che unisce i professionisti del settore. L’incontro, patrocinato dal presidente regionale Roberto Di Meo, ha visto la presenza di figure di spicco del panorama enologico nazionale, politico e giornalistico, tra cui il presidente nazionale Assoenologi, Prof. Riccardo Cotarella, l’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo e il giornalista enogastronomico, Luciano Pignataro.

Un Bilancio della crescita del vino in Campania 

La serata è stata aperta dal presidente Roberto Di Meo, che ha voluto sottolineare l’importante cammino percorso dalla viticoltura campana negli ultimi trent’anni. “Non siamo semplicemente un’associazione, siamo una grande famiglia”, ha dichiarato Di Meo, dando un chiaro segnale di unione e collaborazione tra tutti gli attori del settore. “Oggi siamo ritornati ad Avellino, alle nostre radici, da Zì Pasqualina, un simbolo della tradizione enogastronomica irpina, e lo facciamo con grande orgoglio anche perché il titolare è un nostro collega. Il nostro impegno comune ha portato risultati straordinari, e oggi la Campania è protagonista sui mercati internazionali, con i suoi vini di alta qualità che possono competere alla pari con i grandi nomi mondiali”, ha proseguito.

un brindisi ai successi e alle sfide future

La riflessione di Di Meo ha messo in evidenza come la viticoltura campana, e in particolare quella irpina, sia riuscita a rivoluzionare la propria produzione. Un successo che, secondo il presidente di Assoenologi Campania, è stato possibile grazie al lavoro sinergico di enologi, imprenditori e produttori, che hanno saputo affrontare le difficoltà del settore e puntare sulla qualità. “Con il supporto della Regione, siamo riusciti a conquistare una posizione di prestigio nel panorama enologico internazionale, riuscendo a far emergere il nostro territorio e i nostri vitigni di eccellenza”, ha concluso Di Meo, facendo riferimento al fondamentale ruolo svolto dai tecnici del settore.

Le Sfide

Un altro tema affrontato durante la serata è stato il bilancio della vendemmia 2024. L’anno appena concluso è stato caratterizzato da una siccità che ha ridotto le rese, ma che ha garantito una qualità superiore dei vini prodotti. “Nonostante le difficoltà climatiche, la qualità dei vini che ci regalerà questa annata sorprenderà positivamente”, ha dichiarato Di Meo, sottolineando la resilienza e la capacità di adattamento dei viticoltori campani. L’attenzione è stata quindi rivolta anche alla crescente affermazione dei vini bianchi di alta gamma della regione, in particolare quelli provenienti dall’Irpinia, che continua a incassare spazio sui mercati nazionali e internazionali grazie alle sue DOCG Fiano di Avellino e Greco di Tufo.

“I bianchi irpini stanno vivendo un momento di grande crescita e affermazione”, ha spiegato Di Meo. “L’Irpinia, con le sue due denominazioni classiche, Fiano di Avellino e Greco di Tufo, è ormai riconosciuta come una delle grandi aree vinicole italiane, capace di competere con i migliori vini bianchi al mondo, anche quelli della Borgogna”.

Le Prospettive del Settore

L’incontro è stato, inoltre, un momento di confronto sulle future sfide del settore enologico, in particolare per quanto riguarda il mercato internazionale. L’assessore regionale all’Agricoltura, Caputo, ha messo in evidenza la necessità di unire le forze per migliorare la percezione dei vini campani sui mercati globali. “C’è ancora un problema di percezione all’estero riguardo ai nostri vini. È fondamentale, dunque, adottare strategie di marketing comuni e concentrate sul rafforzamento di un brand che rappresenti tutta la regione”, ha affermato Caputo. “In tal senso, lo sviluppo dello spumante campano potrebbe rappresentare un’opportunità significativa per valorizzare il nostro territorio”.

L’assessore ha altresì sottolineato la necessità di superare il campanilismo. “Dobbiamo fare sistema, unire le forze, abbattere i muri del campanilismo e puntare a obiettivi comuni. Solo così potremo guardare al futuro con una prospettiva di crescita collettiva”, ha ribadito, facendo riferimento alla possibilità di presentarsi come territorio unificato in occasione di eventi internazionali.

I vini nazionali e internazionali in degustazione-2

Una cena di eccellenze enogastronomiche

La serata, oltre ad essere un’occasione di confronto, ha anche rappresentato un viaggio sensoriale attraverso la cucina irpina. Gli ospiti hanno avuto l’opportunità di degustare una selezione di vini extraregionali accompagnati da piatti tipici della tradizione locale, tra cui antipasti con salumi e formaggi, pasta artigianale e selezione di carni al ragù antico. A chiudere la serata, un brindisi speciale con uno spumante magnum in onore degli 800 anni dalla fondazione dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, con la presenza della professoressa Angelita Gambuto, che ha presieduto il brindisi simbolico.

Evento Assoenologi-2

Le considerazioni del Prof. Cotarella

La cena di fine anno si conferma come un momento pregiato per il mondo del vino campano, un appuntamento per celebrare i successi ottenuti, ma anche un punto di riflessione sulle sfide che attendono il settore. La sezione Campania di Assoenologi continua a svolgere un ruolo fondamentale nella promozione della cultura enologica, favorendo il dialogo e la cooperazione tra produttori, enologi, istituzioni e media. Come sottolineato dal presidente nazionale Riccardo Cotarella nelle sue conclusioni, la strada per il futuro è chiara e determinata: “La partecipazione di questa sera è per noi fonte di grande gioia, perché rappresenta una coesione professionale e umana che è la vera forza del nostro settore. In un momento di attacchi feroci, come quelli recentemente sollevati da programmi come Report, dobbiamo fare sistema e difendere il nostro lavoro e la nostra passione. Il vino è più forte di tutte le avversità, e noi ne siamo i paladini”.

Il presidente di Assoenologi ha continuato ribadendo il ruolo fondamentale dell’enologo nella filiera vitivinicola, oggi imprescindibile per il successo e l’evoluzione del settore: “La qualità del vino dipende da un approccio scientifico che parte dalla vigna e arriva fino alla bottiglia. Noi enologi siamo al servizio del re, il produttore, e della sua arte, ed è nostro compito supportarlo e guidarlo, lasciamo quindi stare le polemiche fuorvianti sui vini naturali. Al contempo comunichiamo con la stampa e sosteniamo il lavoro di giornalisti illuminati come Luciano Pignataro, che ha contribuito in modo decisivo alla crescita di questa regione vitivinicola attraverso la sua narrazione”.

Il messaggio conclusivo di Cotarella è stato chiaro e forte: il vino è uno dei beni più preziosi e distintivi del nostro paese, un’autentica miniera d’oro che deve essere adeguatamente valorizzata e comunicata, tanto in Italia quanto all’estero, per farne una vera icona della cultura enogastronomica mondiale.

Brindisi finale con il titolare di Zì Pasqualina Sabino Alvino-2

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www.avellinotoday.it è stato pubblicato il 2024-12-20 12:33:44 da


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