Una panchina rossa al Casilino per ricordare i morti di violenza sulle donne

Una panchina rossa nel cuore del commissariato Casilino, il distretto di polizia diretto dalla dirigente Tiziana D’Andrea e che si trova nel quadrante est della città. Sulla panchina una dedica a Pierpaola Romano, Giulia Cecchettin e tutte i morti di femminicidio e violenza di genere. Pierpaola Romano indossava la divisa: era una poliziotta che prestava servizio in Parlamento, garantiva la sicurezza alla Camera dei Deputati. Nel mese di giugno è stata uccisa per mano di un uomo. E sabato, alla presenza del questore di Roma Carmine Belfiore e del prefetto Lamberto Giannini, è stata ricordata.

Poliziotto uccide una collega e si toglie la vita. Malata di tumore al seno, si era riavvicinata al marito

di Marco Carta, Andrea Ossino,  Giuseppe Scarpa

01 Giugno 2023

«C’è una mano che ci può aiutare, qualcuno che può dare un’indicazione e può alleviare e risolvere le sofferenze – ha detto Belfiore – noi come Polizia di Stato da molti anni portiamo avanti un discorso nel sociale, nelle scuole e nelle altre istituzioni rivolto alla sensibilizzazione sul contrasto alla violenza sulle donne. Questa panchina parla a tutte le donne che hanno bisogno d’aiuto: noi ci siamo, c’è un porto nel quale potete rifugiarvi e trovare sostegno – ha proseguito – rivolgo sopratutto una preghiera ai giovani, perché da voi deve partire il vento del cambiamento e della speranza: parlatene, dite a tutti che c’è una possibilità e un’opportunità di risolvere anche i problemi più difficili».

Anche il prefetto Giannini ha ribadito l’impegno delle istituzioni al contrasto della violenza di genere: «È necessaria la massima attenzione, stare vicini a chi ha bisogno di aiuto e ascoltare le sue richieste», mentre la dirigente D’Andrea ha sottolineato che «il rispetto della donna e del genere femminile è fondamentale. L’attenzione oggi deve essere per la panchina e per tutte le donne vittime di violenza, affinché ciò non accada più».

Presenti anche l’università di Tor Vergata, l’associazione Differenza Donna, don Antonio Coluccia, l’Arma dei carabinieri, il personale sanitario e le scolaresche del liceo Albertelli e dell’istituto comprensivo di via delle Alzavole.