Università, ddl FdI anti ‘fuga cervelli’: Stato finanzia studi ma chi non torna paga

Università, ddl FdI anti ‘fuga cervelli’: Stato finanzia studi ma chi non torna paga



Università, ddl FdI anti ‘fuga cervelli’: Stato finanzia studi ma chi non torna paga

Il Programma ‘Vado e torno’ presentato a Palazzo Madama da Fratelli d’Italia, a prima firma del senatore Marcello Pera

Spese di iscrizione e retta, più un contributo per le spese di soggiorno all’estero. Tutto a carico dello Stato, purché alla fine del ciclo di studi si rientri a lavorare in Italia, pena la restituzione del finanziamento ricevuto. È quanto prevede il Programma ‘Vado e torno’ inserito in un ddl presentato a Palazzo Madama da Fratelli d’Italia – e visionato da LaPresse – il cui testo, viene spiegato, non è ancora definitivo e potrebbe essere passibile di modifiche. Nella relazione illustrativa del provvedimento a prima firma del senatore Marcello Pera, si legge che il Programma punta da un lato a “incentivare la mobilità internazionale degli studenti italiani, muovendo dalla consapevolezza di quanto una formazione globale possa risultare di giovamento tanto per le prospettive di carriera dei singoli cittadini, quanto per l’accrescimento della competitività dell’economia nazionale”, e dall’altro a “introdurre una misura di contrasto al fenomeno della ‘fuga dei cervelli’”.

Il programma assicura per la durata ordinaria del corso di studi l’erogazione di una somma pari alle spese di iscrizione e alla retta dell’ateneo straniero più un contributo per le spese di soggiorno all’estero “il cui importo è determinato a titolo forfettario nell’equivalente di 1000 euro mensili in Italia in base all’indice dei prezzi al consumo nella località di destinazione”. Alla fine del ciclo di studio tuttavia, viene specificato nel testo, “lo studente è tenuto a rientrare in Italia e a dichiarare di essere disposto a ricoprire cariche professionali nelle nostre aziende”. In proposito si prevedono protocolli di intesa con aziende nazionali che contribuiscano con risorse aggiuntive agli oneri del Programma. E se lo studente non rispetta le condizioni stipulate “è tenuto alla restituzione delle somme percepite”. Anche chi non dovesse completare gli studi, poi, dovrà ridare indietro il finanziamento di cui ha beneficiato.

La novità del Programma, spiega la relazione, consiste nel fatto che “anziché premiare coloro che intendano rimpatriare in Italia” si agevola “con un programma specifico quei giovani che intendano studiare nei migliori luoghi di ricerca esteri e si impegnino fin da subito a rientrare dopo aver terminato uno o più cicli di studio”. Il disegno di legge prevede che “lo studente che abbia vinto una competizione per l’ammissione ad uno dei primi 50 atenei mondiali in materie scientifico tecnologiche (Stem: scienza, tecnologia, economia, matematica) fa domanda per essere ammesso al Programma ‘Vado e torno’.

Il titolo principale di ammissione al Programma riguarda il merito e secondariamente la condizione economica misurata tramite l’Isee. Si prevede che l’attribuzione del punteggio per l’iscrizione al Programma si basi per due decimi sul parametro economico e otto decimi per quello di merito”. “‘Vado e torno’ significa: ho ferma intenzione di stabilirmi professionalmente in Italia e lì spendere ciò che ho imparato nei centri migliori; all’estero mi preparo, in Italia vivo e lavoro”, conclude la relazione. Nel disegno di legge si prevede una copertura finanziaria “pari a 1,47 mln di euro per l’anno 2024”.

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www.lapresse.it è stato pubblicato il 2025-01-10 18:44:28 da LaPresse


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